L'olio extravergine di oliva combatte il diabete e segna ancora una volta un punto a favore della dieta mediterranea.
Il re della nostra dieta, infatti, l’olio extravergine di oliva, riduce le impennate della glicemia dopo i pasti e dunque è in grado di contribuire a proteggere dalle complicanze cardiovascolari soprattutto nei soggetti con diabete di tipo 1.
Condire e cucinare con l’extra vergine, insomma, è un ausilio in più per tenere sotto controllo questa malattia e tutte le sue possibili conseguenze. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori della Società italiana di diabetologia (Sid) in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli in uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care.
LA RICERCA – Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno preso un campione di 13 pazienti con diabete di tipo 1 (8 donne e 5 uomini), tutti in trattamento con una pompa da insulina e sottoposti a un continuo monitoraggio della glicemia con un sensore portatile.
I partecipanti hanno dovuto consumare una serie di pasti con la stessa quantità di carboidrati ma costituiti da pasta e lenticchie, pane integrale e mela (a basso indice glicemico) e riso, pane bianco e banana (ad alto indice glicemico). Entrambi i tipi di pasto sono stati somministrati ai pazienti con tre diversi condimenti relativamente al contenuto di grassi: poveri di grassi, pasto ricco di grassi saturi (burro), pasto ricco di grassi monoinsaturi (olio extravergine d’oliva).
Dai risultati è emerso che i pasti ad alto indice glicemico hanno determinato un aumento della glicemia più elevato e anche più veloce rispetto a quelli a basso indice glicemico. Nei pasti ad alto indice glicemico, però, l’olio d’oliva extravergine aggiunto ha attenuato il picco di glicemia che si ha dopo pranzo, osservato sia con il pasto con burro che con quello a basso contenuto di grassi.
“Uno o due cucchiai di olio extravergine di oliva ai pasti – spiega Gabriele Riccardi, past president della Sid – possono aiutare a moderare la glicemia senza dover limitare eccessivamente gli alimenti che contengono carboidrati, anche quelli come pane, riso, polenta e patate che hanno un indice glicemico più alto”.
Insomma, l’olio extravergine di oliva assurge ancora una volta a un ruolo fondamentale sulle nostre tavole. Ricordatevi di scegliere sempre quello e non altri tipi di oli per i vostri condimenti e magari orientatevi il più possibile sull’olio extravergine del contadino o di un’azienda agricola di fiducia
Qui i nostri consigli per scegliere bene l’olio extravergine da portare in tavola, mentre qui sotto potete consultare una interessante tabella su alcuni tipi di condimenti e sulle loro proprietà voce per voce:
LEGGI anche:
Olio extravergine d’oliva: calorie, proprietà e benefici per la salute
Olio d’oliva: 10 cose da sapere per sceglierlo e consumarlo al meglio
Olio extravergine: 3 cucchiai al giorno per prevenire i tumori
Olio extravergine di oliva: ecco perché diffidare dalle offerte low-cost