Olio di palma, il dibattito continua. Dobbiamo ridurre il consumo di olio di palma per proteggere la nostra salute? Secondo l’Istituto Superiore di Sanità vale sempre la raccomandazione di limitare il consumo di grassi saturi nella dieta.
L’Istituto Superiore di Sanità nelle ultime ore ha voluto precisare in una nota che diminuire il consumo di alimenti maggiormente apportatori di acidi grassi saturi nei quali è incluso l’olio di palma fa parte delle attuali raccomandazioni nazionali e internazionali sulla riduzione del consumo di acidi grassi saturi e sottolinea di aver sempre appoggiato questo tipo di linee guida.
Di recente, inoltre, l’EFSA ha reso pubblico il proprio parere sull’olio di palma e sui grassi vegetali utilizzati a livello industriale che rischiano di diventare pericolosi per la nostra salute a causa delle sostanze che si generano all’interno di essi per via delle alte temperature di lavorazione.
Nell’ultimo parere ufficiale sull’olio di palma e i grassi saturi l’ISS aveva sottolineato proprio quanto evidenziato dall’EFSA: le categorie più a rischio sono le più esposte al consumo di alimenti che contengono questi ingredienti, a partire da bambini e ragazzi.
Ora l’ISS ha voluto aggiungere che “L’Efsa non ha fornito indicazioni sui consumi ma è solo perché non rientra nel suo mandato istituzionale. Lo stato delle conoscenze scientifiche illustrato nel parere dell’Efsa sarà invece assunto dalla Commissione Europea alla quale spetterà far scaturire eventuali decisioni normative sul consumo”.
Il nuovo commento dell’ISS sull’olio di palma è sorto in particolare per rispondere ad un’intervista rilasciata di recente da Mario Piccialuti, direttore dell’Aidepi, su Avvenire. Di fronte alla valutazione dell’EFSA relativa all’olio di palma e ai grassi vegetali utilizzati a livello industriale forse ora le aziende alimentari italiane dovranno intervenire per tutelare la salute dei consumatori, come era emerso da recenti dichiarazioni.
Proprio a proposito di produzione industriale, si riapre la questione della presenza dell’olio di palma nel latte artificiale per neonati e più in generale nei prodotti per l’infanzia.
LEGGI: LATTE IN POLVERE E LIQUIDO PER NEONATI SENZA OLIO DI PALMA (LA LISTA E I CONSIGLI DEGLI ESPERTI)
Le alternative all’olio di palma esistono ed è il momento di utilizzarle soprattutto quando si tratta di proteggere la salute dei bambini. Diverse aziende italiane hanno già provveduto a sostituire l’olio di palma con alternative meno ricche di grassi saturi come olio di oliva e olio di girasole nella produzione di biscotti e prodotti da forno.
Dopo l’allarme dell’EFSA diverse aziende alimentari si stanno mettendo all’opera per eliminare l’olio di palma dai prodotti per l’infanzia, a partire da Coop, che lo eliminerà non solo dai biscotti e dalle merendine ma anche dal latte in polvere per neonati. Altre aziende produttrici di alimenti per l’infanzia, invece, stanno utilizzando ancora l’olio di palma.
Dunque, se volete evitare questo ingrediente, leggete bene le etichette di tutti i prodotti prima di acquistarli ma fate attenzione anche al fatto che, al di là della presenza o dell’assenza di olio di palma, il prodotto che state per acquistare non contenga altri ingredienti indesiderati, come zuccheri raffinati in eccesso, coloranti e conservanti.
Marta Albè
Leggi anche:
OLIO DI PALMA E MARGARINA: FANNO MALE, SOPRATTUTTO AI BAMBINI. L’EFSA LO CONFERMA (VIDEO)
OLIO DI PALMA, AVEVAMO RAGIONE. LE AZIENDE COSTRETTE AL DIETROFRONT
OLIO DI PALMA: L’UE ADOTTERÀ NUOVE MISURE DI SICUREZZA ALIMENTARE?