Olio di palma. Un prodotto dall’impatto ambientale molto forte, che è ancora presente in tantissimi alimenti che consumiamo ogni giorno e che ci espone ad alcuni rischi per la salute. Ma cosa succede esattamente al nostro corpo assumendo ogni giorno olio di palma?
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Olio di palma. Un prodotto dall’impatto ambientale molto forte, che è ancora presente in tantissimi alimenti che consumiamo ogni giorno e che ci espone ad alcuni rischi per la salute. Ma cosa succede esattamente al nostro corpo assumendo ogni giorno olio di palma?
Dell’olio di palma abbiamo parlato più e più volte: ci siamo chiesti se fa bene o fa male? Abbiamo voluto sentire il parere di alcuni esperti e cercato di capire le differenze tra le varie tipologie che si possono trovare sul mercato e che poi finiscono all’interno dei prodotti che consumiamo ogni giorno.
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La prima cosa da sapere è certamente che, quando si parla di olio di palma, si può far riferimento a:
• Olio di palma grezzo rosso (puro e ricco di proprietà)
• Olio di palma raffinato (raffinato e con il 50% di grassi saturi)
• Palmisto (85% di grassi saturi)
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Dato che sulle nostre tavole arrivano esclusivamente le ultime due tipologie abbiamo alla fine constatato che sicuramente non è un prodotto che ci piace, non è sano, non fa bene all’ambiente e vorremmo evitarlo il più possibile.
Ma vediamo adesso gli effetti sulla salute di un consumo quotidiano di prodotti con olio di palma raffinato o palmisto.
COSA SUCCEDE AL CORPO ASSUMENDO OGNI GIORNO OLIO DI PALMA
Al di là degli svantaggi di tipo ambientale, che non sono assolutamente da sottovalutare, esistono anche delle controindicazioni sulla salute del consumo continuato nel tempo di questo tipo di grasso. Il problema infatti non sta tanto in un consumo sporadico quanto piuttosto nel fatto che ovunque ci giriamo troviamo prodotti realizzati con olio di palma e dunque potenzialmente ne possiamo abusare senza neppure rendercene conto (importante in questo senso leggere sempre le etichette).
L’olio di palma contiene elevate quantità di grassi saturi (quasi esclusivamente acido palmidico), che ormai le evidenze scientifiche ritengono responsabili della formazione di placche arteriosclerotiche e di una iper-produzione di colesterolo. Dunque il principale effetto che ha il consumo di olio di palma nel nostro corpo sta nell’aumentare (soprattutto in alcuni soggetti già predisposti) il rischio di malattie cardiovascolari. Si sta parlando ovviamente dell’olio di palma raffinato che è quello che si trova come ingrediente nella maggior parte dei prodotti da forno, non certo dell’olio di palma grezzo (quello rosso) che ha tutt’altre proprietà ma è molto costoso e dunque non fa gola all’industria alimentare.
Ancora a maggiori rischi per la nostra salute espone il palmisto, olio ricavato dai semi di palma che addirittura può arrivare a contenere l’85% di grassi saturi. Si tratta anche in questo caso di esporsi maggiormente al rischio cardiovascolare.
Il problema, come già detto, non sta in un consumo occasionale quanto piuttosto nell’assunzione di grassi saturi come quelli contenuti nell’olio di palma che si sommano a quelli presenti naturalmente in altri prodotti di uso comune come ad esempio i principali alimenti di origine animale (latte e derivati, carne e uova). Come si legge sul sito del Ministero della Sanità:
“Nel complesso, i principali organismi sanitari nazionali e internazionali raccomandano livelli di assunzione di acidi grassi saturi non superiori al 10% delle calorie totali”.
Riassumendo, l’olio di palma, se consumato in eccesso, espone a:
- formazione di placche arteriosclerotiche
- iper-produzione di colesterolo
- aumenta il rischio di malattie cardiovascolari
- rischio obesità
- alterazione dei meccanismi di sazietà
QUANTO OLIO DI PALMA CONSUMIAMO OGNI GIORNO
Il livello a cui ci esponiamo di queste sostanza raggiunge, secondo le ultime stime, livelli ben più alti. Sempre l’ISS riporta che la popolazione adulta consuma circa 27 grammi al giorno di grassi saturi, con un contributo dell’olio di palma stimato tra 2,5 e 4,7 grammi. E ai bambini dai 3 ai 10 anni, grandi amanti di biscotti e merendine, non va affatto meglio: anche loro consumano acidi grassi saturi tra i 24 e i 27 grammi di cui l’olio di palma è responsabile di 4,4 a 7,7 grammi. Si supera in questo modo in entrambi i casi il limite del 10% delle calorie totali da grassi saturi.
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L’ISS comunque sostiene che il consumo di olio di palma:
“non è correlato all’aumento di fattori di rischio per malattie cardiovascolari nei soggetti normo-colesterolemici, normopeso, giovani e che assumano contemporaneamente le quantità adeguate di polinsaturi”.
Invece, fasce di popolazione quali bambini, anziani, dislipidemici, obesi, pazienti con pregressi eventi cardiovascolari, ipertesi “possono presentare una maggiore vulnerabilità rispetto alla popolazione generale”.
Ma a lungo andare quali sono gli altri rischi per la salute del nostro corpo? Il consumo eccessivo e continuato negli anni di olio di palma esporrebbe anche maggiormente alla comparsa di diabete mellito. Secondo lo studio coordinato dal dottor Francesco Giorgino, dell’Università di Bari, l’olio di palma contiene una proteina (la p66Shc) che attacca le cellule beta e quindi fa si che la produzione di insulina risulti inadeguata.
“La proteina p66Shc – ha spiegato il professor Giorgino all’Adnkronos – è invece un potente induttore di stress ossidativo a livello cellulare. Agisce promuovendo la formazione di specie reattive dell’ossigeno, che sono in grado di danneggiare e uccidere le cellule. E funge anche da amplificatore di altri fattori in grado di promuovere lo stress ossidativo, quali l’iperglicemia nel diabete e un aumento della produzione di fattori coinvolti nell’infiammazione”.
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Si discute poi ancora se l’olio di palma possa avere o meno effetti cancerogeni sul nostro corpo. L’AIRC a riguardo risponde così:
“Sì, ma con una normale alimentazione è molto difficile raggiungere le quantità che aumenterebbero davvero in modo misurabile il rischio individuale di sviluppare un tumore”.
Questa convinzione è dovuta ad un recente studio pubblicato dall’EFSA che segnala come anche che a temperature superiori ai 200°C l’olio di palma e il palmisto sviluppano sostanze che, ad alte concentrazioni, sono genotossiche, ovvero possono mutare il patrimonio genetico delle cellule.
I RISCHI DELL’OLIO DI PALMA PER LA SALUTE:
Riassumiamo quindi quanto sappiamo rispetto all’olio di palma e la salute:
• È ricco di grassi saturi (circa il 50%)
• Il palmisto ricavato dai semi può raggiungere addirittura l‘85% di grassi saturi
• È presente ancora in troppi prodotti
• Il rischio per la salute non è in un consumo sporadico ma nella continuità e quantità
• I bambini assumono ogni giorno dai 4,4 a 7,7 grammi di grassi saturi da olio di palma
• Un consumo continuato nel tempo aumenta il rischio cardiovascolare soprattutto nei soggetti già predisposti (aumenta placche aterosclerotiche e colesterolo)
• Aumenta il rischio diabete mellito
• Ad alte temperature olio di palma e palmisto sprigionano sostanze tossiche cancerogene ma il rischio esiste solo con un consumo di quantità esagerate di prodotti che li contengono
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C’è da dire però che l’effetto dell’olio di palma sul rischio cardiovascolare come su altri tipi di rischi per la salute non differisce di molto da quelli di altri grassi saturi come ad esempio il burro.
Fortunatamente tanti produttori stanno sostituendo l’olio di palma con altri grassi all’interno di biscotti, merendine, prodotti da forno, ecc (qui trovate una lista di biscotti senza olio di palma). Questo per l’ambiente è sicuramente un bene ma potrebbe non essere lo stesso per la nostra salute. Esistono infatti diversi altri grassi poco salutari e potremmo trovarci come già altre volte “dalla padella alla brace!”.
Francesca Biagioli