Il Portogallo adotta il sistema "Nutri-Score" come misura di salute pubblica, diventando l'ottavo Paese europeo a farlo. Questo sistema semplificato di etichettatura nutrizionale è invece molto criticato e osteggiato in Italia
Il Portogallo è diventato l’ottavo Paese in Europa ad adottare l’etichetta alimentare “Nutri-Score”. Questa scelta, recentemente pubblicata sul Diário da República (l’equivalente portoghese della Gazzetta Ufficiale), è stata accolta con favore nel Paese, che la ritiene un’importante misura di salute pubblica, dato che offre ai consumatori strumenti chiari e accessibili per prendere decisioni informate su ciò che acquistano.
Per chi non lo ricordasse, il “Nutri-Score” è un’etichetta colorata “a semaforo” che si basa su una scala da A a E e da verde a rosso, progettata per indicare la qualità nutrizionale di un alimento. Attraverso un rapido sguardo alla confezione, i consumatori possono facilmente identificare se un prodotto è considerato sano (colore verde) o meno (colore rosso).
La nuova legge del Portogallo non solo stabilisce l’adozione obbligatoria del sistema “Nutri-Score”, ma prevede anche che la Direzione generale della Salute elabori, entro 120 giorni, un processo per l’adesione degli operatori economici a tale sistema. Questo include anche la definizione di procedure per garantire un’implementazione efficace e il coinvolgimento attivo delle parti interessate.
Un elemento chiave di questa iniziativa è la campagna di comunicazione che verrà lanciata per sensibilizzare sia gli operatori economici che i consumatori sull’importanza e sull’utilità della nuova etichetta alimentare.
Come dicevamo, già diversi Paesi in Europa hanno adottato il Nutri-Score, si tratta di Francia, Belgio, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera.
E l’Italia? Nel nostro Paese il Nutri-score è parecchio osteggiato, in quanto viene percepito come penalizzante per i prodotti italiani. Ne abbiamo parlato in questo articolo: Come funziona il Nutriscore? Tutta la verità sulla nuova etichetta alimentare: lobby, esempi di cibi e no dell’Italia
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Fonte: Diário da República
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