Perché non dovresti mangiare il cotechino o lo zampone a Capodanno al di là della dieta

Che cosa sono davvero il cotechino o lo zampone? E perché varrebbe la pena eliminarli dal menù delle feste? Ecco qualche alternativa

Passato il Natale, ecco che comincia la frenesia del cenone di Capodanno. Una lista lunga così di roba da mangiare, sfizi di qualsiasi genere per accontentare ogni palato: paste, secondi, pasticci e leccornie che potrebbero bastare per tutto l’anno che verrà. E, dulcis in fundo, sua maestà la tradizione che – guai a non onorarla – ci (ri)propone ogni 31 dicembre un bel piatto di lenticchie con uno strano salume nel mezzo: il cotechino o lo zampone.

Eccolo il bizzarro elemento che, si vocifera, porterebbe tanta buona fortuna per l’anno nuovo. Qui però permetteteci di dissentire: sicuro che valga la pena rispettare questa credenza? Che cosa sono davvero il cotechino o lo zampone? E perché varrebbe la pena eliminarli dal menù delle feste?

Sia cotechino che zampone sono due insaccati di carne. La loro la differenza non è negli ingredienti ma nell’involucro: si tratta di zampetto di maiale per lo zampone e di budello per il cotechino.

Sono quindi due salumi che hanno in comune l’impasto di puro suino: carne, cotenna e grasso suino, il tutto insaccato nella pelle del piede anteriore del maiale (lo zampone) o in un budello naturale o artificiale (il cotechino).

Perché non mangiare cotechino o zampone

Il cotechino o zampone è considerato un prodotto tipico della gastronomica italiana, ma, soprattutto quello dozzinale che si trova al supermercato, racchiude in sé una serie di sostanze e ingredienti davvero poco salutari a cominciare dalla carne usata.

Per la maggior parte delle volte, quella utilizzata è infatti carne di suini di allevamenti intensivi e industriali, dove i contenuti nutrizionali delle carni sono peggiori di quelli da allevamento estensivo o semibrado. Per cui, se proprio volete mangiare cotechino o zampone, accertatevi che provengano – almeno – da suini italiani e da allevamenti salubri e con animali al pascolo brado nutriti secondo un’alimentazione naturale della razza suina.

Nel cotechino l’ingrediente principale è il grasso di maiale e poi ad esso si aggiungono la carne del maiale, gli aromi e le spezie, lo zucchero, elevate quantità di sale e svariati conservanti. Tra tutti particolare attenzione va  alla presenza di nitrito di sodio (E250), un conservante ottenuto sinteticamente, utilizzato per allontanare i batteri dai prodotti alimentari e per evitarne mutazioni di colorazione. In molti, pongono una correlazione tra l’uso di questi conservanti e l’incremento del rischio di incorrere in cancro all’intestino o allo stomaco. (La Francia dice addio al prosciutto cotto rosa: vietati finalmente i nitriti)

Non a caso, l’OMS nel 2015 ha stabilito che le carni conservate e lavorate sono da limitare o evitare del tutto proprio a causa dell’impiego eccessivo di conservanti come i nitriti, e anche i nitrati, e dell’impiego eccessivo di sale.

Infatti i nitriti e nitrati, a causa di alcune reazioni chimiche che avvengono nello stomaco, si trasformano facilmente in nitrosammine, sostanze ritenute altamente cancerogene dall’Organizzazione mondiale della sanità per lo sviluppo dei tumori dello stomaco e dell’intestino.

Le alternative al cotechino e allo zampone

Attenerci alla tradizione non significa che non possiamo sperimentare alternative più salutari rispetto a quelle classiche, vediamo quindi con cosa sostituirlo.

Possiamo preparare la classica zuppa di lenticchie e servirla in modo originale con uno sfizioso finger food come le tartellette. Qui le ricette:

Oppure possiamo preparare il classico polpettone vegetariano o anche un cotechino vegano a base di seitan e tofu.

Qui, infine, trovate mille idee per ricette vegetali per il cenone.

Buon appetito!

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