Celiachia: una nanoparticella biodegradabile sarebbe in grado di bloccare la malattia

Secondo uno studio, iniettare una nanoparticella di glutine nel circolo sanguigno induce tolleranza immunologica e consente di mangiare glutine nei soggetti celiaci

Buone notizie per le persone che soffrono di celiachia, che in futuro potrebbero nuovamente gustare un piatto di pasta o una pizza senza conseguenze per la propia salute. Secondo un recente studio clinico, infatti, una nanoparticella sarebbe capace di fermare la risposta immunitaria verso il glutine, tipica del morbo celiaco.

Si tratta di una nanoparticella biodegradabile contenente glutine che, iniettata nei soggetti celiaci, eviterebbe la reazione del sistema immunitario, permettendo così ai pazienti di consumare glutine per due settimane senza conseguenze.

La celiachia è una malattia cronica infiammatoria che attiva meccanismi del tutto simili alle malattie autoimmuni. Nei soggetti predisposti infatti, alcune sequenze amminoacidiche presenti nel glutine risultano tossiche e quando si legano a recettori intestinali per l’assorbimento, causano una reazione del sistema immunitario. Oltre a provocare infiammazione intestinale, diarrea e coliche, il morbo celiaco danneggia nel tempo le pareti dell’intestino con gravi conseguenze per la salute.

Solo in Italia si stima che soffrano di celiachia circa un milione di persone e quasi l’80% dei casi non sono diagnosticati poiché presentano sintomi insoliti come afte, orticaria e irregolarità del ciclo mestuale.

Al momento non esistono cure o trattamenti per la celiachia e l’unico modo per evitare che i sintomi della malattia si manifestino è astenersi dal consumo di prodotti contenenti glutine.

I ricercatori hanno però scoperto che il glutine, se iniettato nel circolo sanguigno dei pazienti celiaci, induce tolleranza immunologica: il glutine viene captato nel circolo ematico dalle cellule del sistema immunitario, che avvisano le altre cellule immunitarie circa la sua innocuità, spegnendo la risposta immunitaria.

Lo studio clinico è stato realizzato presso la Northwestern Medicine e i risultati saranno presentati durante la “European Gastroenterology Week”, conferenza in corso a Barcellona. Il nanodispositivo verrà ora valutato dalla FDA che deciderà se autorizzarne o meno la commercializzazione.
Nel frattempo, il sistema verrà sperimentato anche per il trattamento di malattie autoimmuni e allergie alimentari.

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