Le mele sono uno dei frutti su cui, purtroppo, si utilizzano più pesticidi. Una nuova analisi ci rivela quali sono le marche che presentano tracce maggiori di sostanze chimiche (tra cui metalli pesanti e tossine) e quelle invece “pulite”.
Le mele sono uno dei frutti su cui, purtroppo, si utilizzano più pesticidi. Una nuova analisi ci rivela quali sono le marche che presentano tracce maggiori di sostanze chimiche (tra cui metalli pesanti e tossine) e quelle invece “pulite”.
In una classifica dei cibi con più pesticidi di qualche anno fa le mele sono risultate al primo posto e sembra che la situazione non sia molto migliorata da allora.
La rivista Il Salvagente ha condotto un indagine su 22 mele rosse di diverse marche, vendute comunemente nei supermercati, per verificare il quantitativo di sostanze chimiche presenti sopra i frutti.
Purtroppo le mele sono frutti particolarmente delicati e dunque facilmente attaccabili da funghi e parassiti, per questo i produttori per farle crescere al meglio si servono di pesticidi di vario genere che utilizzano nelle diverse fasi della coltivazione.
I risultati delle analisi di laboratorio sui campioni di mele non sono stati molto confortanti e hanno decretato alcune marche come peggiori, promuovendone invece altre dove non sono state trovate tracce di pesticidi.
Come è stato effettuato il test
I 22 campioni di mele rosse provenivano da diversi tipi di supermercati: tradizionali, discount, negozi biologici ma anche da un fast food. Ad eccezione di quest’ultimo caso in cui il frutto era servito già a fette come snack, tutte le mele sono state analizzate a partire dal frutto intero. Si trattava delle varietà di mele più facili da trovare nei supermercati: Gala, Stark, Red delicious, Pink lady, Kanzi.
Il test mirava a cercare, nelle varie mele, tracce di sostanze nocive tra cui metalli pesanti, rame, pesticidi e patulina.
I risultati: marche peggiori e migliori
I tecnici di laboratorio hanno individuato ben 14 pesticidi diversi nelle bucce delle mele. La mela stark venduta dal Todis è quella che ne collezionava di più: ben 5 tutti insieme e che per questo si aggiudica la maglia nera.
Fortunatamente almeno il biologico ne è uscito pulito e nelle mele prodotte in questo modo non sono state trovate tracce di pesticidi. Lo stesso non si può dire per il marchio Igp, le cui mele si sono guadagnate solo un posto a metà classifica.
Le mele migliori e dunque completamente prive di pesticidi sono risultate:
- Gala bio Canova (Almaverde Bio Market)
- “Stark Biosudtirol” di Naturasì
- Red Delicious Bio in vendita da Pam&Panorama
- “Rosse Bio Gala Bioorganic” di Lidl
Le peggiori sono risultate invece:
- “Stark Melinda” di Todis (5 pesticidi presenti)
- “Pink Lady” dei supermercati Il Castoro
- “Stark Naturama” di Esselunga
- “Cripps Pink Pink Lady” di Carrefour
- “Red Delicious Percorso Qualità” di Conad
Importante sottolineare però che tutte le mele analizzate non superavano i limiti massimi di sostanze chimiche previste dalla legge e che anche quelle biologiche avevano tracce di piombo e rame nei valori di legge consentiti.
Questo non vuol dire però che un’assunzione di queste sostanze, anche a livelli minimi, non possa essere nociva o non esponga a rischi per la salute, soprattutto se è costante nel tempo e si somma ai residui che si assumono con altri alimenti.
Noi consumatori possiamo fare la differenza scegliendo di acquistare le mele “più pulite” che in questo caso coincidono con quelle biologiche (e almeno in teoria dovrebbe essere sempre così).
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Francesca Biagioli