Secondo una nuova analisi, la perdita di peso sarebbe da collegarsi a significative riduzioni della frequenza di mal di testa, dell’intensità del dolore e della durata dell’attacco.
Secondo una nuova ricerca, la perdita di peso sarebbe da collegarsi a significative riduzioni della frequenza di mal di testa, dell’intensità del dolore e della durata dell’attacco.
Che correlazione c’è tra perdita di peso e mal di testa? Molto più di quanto si pensi e lo dimostra un nuovo studio tutto italiano secondo cui per chi è in sovrappeso e soffre di mal di testa, diminuire i chili di troppo potrebbe essere l’unico rimedio valido per ridurre gli episodi di cefalee e migliorare la qualità della vita. Dimagrire, insomma, oltre a ridurre il rischio di sviluppare nuove malattie croniche, può essere la risposta più efficace nei confronti della cefalea. E ciò vale a tutte le età.
A dirlo l’endocrinologo Claudio Pagano, docente di medicina interna all’Università di Padova e autore di una review appena presentata a New Orleans al meeting annuale della società americana di endocrinologia (Endo 2019), da cui emerge che chi soffre di emicrania ed è obeso e in sovrappeso, perdere i chili di troppo può diminuire il mal di testa.
“Se soffri di emicrania e sei obeso, perdere peso migliorerà la qualità della tua vita familiare e sociale, così come la tua produttività lavorativa e scolastica. La qualità della tua vita complessiva migliorerà notevolmente – spiega l’autore principale dello studio, Claudio Pagano. La perdita di peso negli adulti e nei bambini con obesità migliora notevolmente l’emicrania migliorando tutte le principali caratteristiche che peggiorano la qualità della vita degli emicranici. Quando le persone perdono peso, il numero di giorni al mese con l’emicrania diminuisce, così come la gravità del dolore e la durata dell’attacco mal di testa”.
Per studiare gli effetti della perdita di peso (ottenuta attraverso la chirurgia bariatrica o l’intervento “comportamentale”) sulla frequenza e gravità dell’emicrania, Pagano e colleghi hanno esaminato i database standard di ricerca medica online per gli studi che prendevano in considerazione l’intensità del dolore e la frequenza del mal di testa, la durata dell’attacco, e BMI, cambiamento di BMI, intervento (chirurgia bariatrica contro comportamentale) e popolazione (adulti e bambini).
Nella meta-analisi di 473 pazienti nei 10 studi che hanno soddisfatto i criteri di inclusione dei ricercatori, hanno scoperto che la perdita di peso era legata a significative riduzioni della frequenza di mal di testa, dell’intensità del dolore e della durata dell’attacco.
“La perdita di peso riduce l’impatto delle condizioni associate all’obesità, tra cui diabete, ipertensione, malattia coronarica, ictus e malattie respiratorie – ha detto Pagano. L’obesità e l’emicrania sono comuni nei paesi industrializzati, il miglioramento della qualità della vita e della disabilità per questi pazienti avrà un forte impatto su queste popolazioni e ridurrà i costi sanitari diretti e indiretti”.
I meccanismi che collegano obesità, perdita di peso ed emicrania non sono ancora chiari ma, secondo gli autori, possono includere alterazioni nell’infiammazione cronica, adipocitochine, comorbidità nell’obesità e fattori di rischio comportamentali e psicologici.
L’ipotesi più accreditata è che un’infiammazione cronica – abbinata ad altre condizioni determinate dall’obesità e da altri comportamenti a rischio – possa alimentare un vero e proprio circolo vizioso. Da qui, non ci vuole molto a comprendere che rimangono fondamentali un’alimentazione sana, la regolarizzazione delle ore di sonno, evitare di saltare i pasti e non eccedere nel consumo di alcolici.
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Germana Carillo