Kombucha, sai cosa succede al tuo intestino quando assumi il tè fermentato più famoso del mondo?

Un gruppo di scienziate dell’Università di Pisa ha pubblicato sull’International Journal of Food Microbiology lo studio su questa bevanda prodotta con tè fermentato e piante aromatiche

Il Kombucha è una bevanda fermentata leggermente dolce e frizzante prodotta con tè fermentato e piante aromatiche, che sta rapidamente conquistando i mercati americani ed europei. Ma è davvero così benefica per il nostro intestino? Cosa succede quando la assumiamo?

A mostrare al mondo tutti i benefici apportati al nostro “secondo cervello” ci ha pensato uno studio tutto italiano che ha individuato tutti i lieviti contenuti in questa bevanda fermentata e gli effetti benefici sull’intestino.

Un gruppo di scienziate del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa ha studiato e descritto per la prima volta la popolazione di microrganismi che si trovano all’interno di questa bevanda, realizzata con tè verde zuccherato e piante aromatiche come erba cedrina, malva, rosa canina e menta.

I dati, pubblicati sulla rivista scientifica International Journal of Food Microbiology, hanno rivelato l’individuazione di 58 lieviti, molti dei quali benefici per il nostro microbiota intestinale.

Leggi anche: Il tuo intestino è in salute? 7 segnali che ti invia il tuo secondo cervello quando non sta lavorando bene

La professoressa Monica Agnolucci ha spiegato che:

Lo studio del DNA ha dimostrato che la maggioranza di questi lieviti non corrisponde a quelli utilizzati per produrre vino, birra e pane. Si tratta, quindi, di lieviti in qualche modo “tipici” che partecipano alla fermentazione di altri tipi di Kombucha e di particolarissime bevande come la birra Lambic, una delle più antiche prodotte in Belgio e ottenuta tramite fermentazione spontanea, o come l’ice wine, un vino ricavato dalla fermentazione di grappoli congelati e vendemmiati all’inizio della stagione invernale.

Secondo la Agnolucci, inoltre, molti di questi lieviti si sono dimostrati capaci di produrre esopolisaccaridi, sostanze dietetiche con funzioni importanti nel nostro intestino, e potranno essere ulteriormente saggiati per la loro capacità di sopravvivere nel tratto gastro-intestinale, svolgendo così il ruolo di probiotici.

Oltre ai lieviti, nello studio sono state anche isolate e caratterizzate diverse specie di batteri lattici e acetici, che contribuiscono alla formazione del gusto e dell’aroma tipici della bevanda.

La professoressa Manuela Giovannetti ha aggiunto:

E’ importante sottolineare che il Kombucha rappresenta una bevanda fermentata che non deriva da prodotti animali, come lo yogurt e il kefir, e può essere utilizzata da vegani o intolleranti al lattosio, come alternativa al consumo di latticini fermentati.

Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube 

Fonte: ScienceDirect

Sulla Kombucha ti potrebbe interessare:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook