Il cibo che consumiamo ogni giorno è contaminato a causa dei cambiamenti che si sono avuti in merito alla sua produzione e alla distribuzione
I cambiamenti che si sono avuti negli ultimi anni in merito alla produzione e alla distribuzione del cibo sarebbero responsabili delle contaminazioni degli alimenti che mettiamo a tavola ogni giorno
La contaminazione degli alimenti che assumiamo più rivelarsi molto dannosa e dagli effetti subitanei, e può trasformarsi in una vera e propria minaccia per la nostra salute. Secondo la CDC, un americano su sei si ammala in conseguenza dell’assunzione di cibo o bevande contaminati, e circa 3.000 cittadini ogni anno muoiono per patologie legate alle intossicazioni alimentari. Se nel passato erano principalmente uova e carne cruda i principali responsabili della contaminazione del cibo, la situazione è cambiata negli ultimi tempo con lo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione del cibo e per la sua distribuzione.
Sembra infatti che frutta e verdura siano saliti sul podio come alimenti maggiormente contaminati dalla presenza dei batteri listeria ed E-coli. Ma non solo: la globalizzazione e i processi di distribuzione del cibo in tutto il mondo permettono ad una singola partita di cibo contaminato di infettare persone ai quattro angoli del pianeta. Ecco quali sono, secondo il report della CDC, gli alimenti che più probabilmente possono provocare intossicazioni alimentari:
- Verdura. Verdure a foglia verde, ortaggi, erbe e germogli rappresentano i cibi maggiormente contaminati da agenti patogeni, e sono responsabili del 21% delle intossicazioni alimentari. Sorprendentemente, sono proprio le ‘salutari’ verdure a foglia verde che le persone tendono a mangiare crude ad essere in cima alla lista dei cibi più contaminati.
- Pollame. Le carni di pollo e tacchino sono responsabili ogni anno rispettivamente del 12% e dell’8% delle intossicazioni alimentari a causa della contaminazione da salmonella.
- Carne bovina e suina. La carne di maiale è responsabile del 10% delle intossicazioni alimentari, mentre quella bovina del 9%.
- Pesce. Sia i molluschi che il pesce vero e proprio provocano intossicazioni alimentari (rispettivamente 5% e 4%).
- Frutta. La frutta che assumiamo ogni giorno, considerandola un alimento sano e valido dal punto di vista nutrizionale, è responsabile del 9% delle intossicazioni alimentari. Particolare attenzione va rivolta alla frutta acquistata già lavata, sbucciata e tagliata: oltre ad essere altamente inquinante per via del packaging in plastica in cui spesso è contenuta, rappresenta una fonte di germi ed agenti patogeni.
- Uova. Sappiamo già da tempo che dobbiamo prestare attenzione alle uova, spesso contaminate dal patogeno della salmonella e responsabili del 7% delle intossicazioni alimentari.
- Latte e latticini. Il 5% delle intossicazioni alimentari è provocato da latte contaminato, consumato in purezza o utilizzato per la preparazione di latticini, yogurt e formaggi freschi.
- Cereali e legumi. Anche cereali, farine e legumi possono essere veicolo di batteri e patogeni (4% delle intossicazioni). Attenzione in particolare ai legumi cotti e conservati in lattina: meglio gettare subito le lattine che non ci sembrano perfettamente chiuse o il cui contenuto presenta un colorito strano.
- Altro. Alcolici, caffè e condimenti contribuiscono per un buon 7% alle intossicazioni alimentari.
Come fare allora per essere sicuri che ciò che mangiamo non provochi disturbi? CDC consiglia un metodo in 4 step per rendere il nostro cibo più sicuro:
- Clean. Sciacquare frutta e verdura sotto l’acqua corrente. È bene inoltre lavare accuratamente le mani con acqua e sapone prima, durante e dopo la preparazione del cibo e prima di mangiare. Attenzione anche all’igiene di utensili, posate e piatti.
- Separate. Carne e pesce crudi e uova possono essere veicolo di germi per i cibi che invece vanno consumati crudi, quindi è bene tenere le due categorie ben separate all’interno del nostro frigo, utilizzando scaffali diversi e contenitori con coperchio.
- Cook. La cottura resta il metodo migliore per la sterilizzazione dei cibi, l’unico in grado di uccidere i batteri che contaminano gli alimenti. Una buona abitudine è quella di usare un termometro alimentare per capire se un cibo è ben cotto anche all’interno (qui è disponibile una lista dei tempi di cottura degli alimenti).
- Chill. I batteri si moltiplicano rapidamente se il cibo viene lasciato a temperatura ambiente, ecco perché è bene saper usare correttamente il nostro frigo e inserirvi il cibo più deperibile entro due ore dall’acquisto.
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Fonte: CDC / Four steps to food safety
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