Uno studio smentisce che la carne rossa faccia male ma la comunità scientifica ne contesta i risultati
Un recente studio ha analizzato l’impatto della carne rossa sulla salute umana, concludendo che i rischi legati al consumo di carne sono minimi e che ridurre il consumo di carne rossa non apporterebbe particolari benefici.
I media hanno accolto con entusiasmo la notizia, annunciando ciò che tutti gli onnivori volevano sentirsi dire: la carne non fa male, potete mangiarla senza sensi di colpa.
Le cose però non sono così semplici e i risultati della ricerca sono stati messi in discussione da buona parte della comunità scientifica che ritiene che lo studio non dovesse nemmeno essere pubblicato.
Lo studio che minimizza i rischi legati al consumo di carne
Una recente revisione sistematica di alcuni studi ha smentito anni di ricerche precedenti, affermando che l’associazione tra consumo di carne e problemi di salute è molto debole.
Ormai da tempo è noto che un’alimentazione a base di alimenti di origine animale aumenti il rischio di sviluppare numerose patologie tra cui il cancro, il diabete, l’obesità e le malattie cardiovascolari e che sostituire la carne con alimenti a base vegetale consente di vivere meglio e più a lungo.
Questa nuova revisione ha invece preso in esame diversi studi in cui non è stata trovata alcuna associazione significativa tra consumo di carne e rischio di diabete, cancro e malattie cardiache o nei quali la riduzione dei rischi per la salute che si ha diminuendo il consumo di carne rossa è minia.
Il nuovo studio ha dunque concluso che mangiare carne rossa non è poi così dannoso. Un risultato particolarmente insolito, tanto che un gruppo di ricercatori indipendenti ha cercato di fermane la pubblicazione, sostenendo che lo studio non fosse stato condotto in modo corretto e che le sue conclusioni avrebbero potuto avere conseguenze negative.
“Potrebbe mettere a rischio le persone suggerendo che possono mangiare tutta la carne rossa e trasformata che vogliono senza aumentare il rischio di cancro.
Il messaggio che la gente deve ascoltare è che dovremmo mangiare non più di tre porzioni di carne rossa a settimana ed evitare del tutto la carne trasformata. Sosteniamo la nostra rigorosa ricerca degli ultimi 30 anni e esortiamo il pubblico a seguire le attuali raccomandazioni sulla carne rossa e trasformata ” ha dichiarato Giota Mitrou, direttore delle relazioni esterne della scienza presso il World Cancer Fund.
È estremamente raro che i ricercatori chiedano che la pubblicazione di un articolo sia posticipata e rivista ulteriormente. In genere si attende la pubblicazione del documento prima di provare a confutarlo. Ma in questo caso, gli scienziati temevano che veicolare un messaggio del genere fosse troppo pericoloso.
Gli scienziati hanno inoltre riscontrato delle falle nella revisione. Le revisioni sono di per sé difficili, poiché mettono insieme dati diversi ottenuti con metodologie differenti, ricerche di qualità variabile e con parametri non uniformi. Riunire svariati studi non è un processo semplice e l’interpretazione che si dà dei risultati può non essere corretta.
In questo caso ad esempio sono stati considerati studi che valutavano un consumo di 2-4 porzioni di carne rossa a settimana, mentre gli americani mangiano carne rossa ogni giorno.
Gli scienziati hanno poi contestato la qualità degli studi considerati e il criterio con cui si è deciso di includere determinate ricerche ed escluderne altri, lasciando da parte tutti gli studi che provano come il passaggio da una dieta a base di carne a una dieta a base vegetale offra significativi benefici per la salute.
La comunità scientifica ha poi sottolineato che oltre ai rischi per la salute esistono anche altre preoccupazioni relative alla carne rossa, in particolare ambientali ed etiche, che non sono state prese in considerazione nello studio.
Infine, sono stati rilevati potenziali conflitti di interesse che hanno sollevato ancora più perplessità su questa revisione: l’analisi è stata infatti finanziata dall’International Life Sciences Institute, un gruppo commerciale industriale ampiamente supportato da aziende agroalimentari, alimentari e farmaceutiche e i cui membri includono McDonald’s, Coca-Cola, PepsiCo e Cargill, uno dei più grandi trasformatori di carne bovina del Nord America.
Possiamo mangiare tutta la carne che vogliamo?
Tutti noi cerchiamo risposte chiare e semplici, ma la scienza e soprattutto la nutrizione difficilmente riescono a offrire una verità certa.
Questa nuova revisione offre un punto di vista diverso rispetto agli studi precedenti e sicuramente sarà oggetto di discussione tra gli esperti, nonostante le perplessità sulla sua validità e sul metodo con cui è stata condotta.
La maggior parte della comunità scientifica concorda però sul fatto che esista una buona evidenza che mette in relazione il consumo di carne rossa e di carni trasformate con l’aumento di malattie cardiovascolari, con una maggiore incidenza di cancro e di svariate altre patologie, tra cui l’obesità e il diabete.
Inoltre, mangiare carne fa male all’ambiente, poiché la sua produzione causa l’emissione di sostanze inquinanti, oltre a consumare suolo e acqua.
Infine, l’industria della carne provoca il maltrattamento e l’uccisione di miliardi di animali ogni anno.
Alla luce di tutto ciò, scienziati e nutrizionisti consigliano di non eccedere nel consumo di carne e di continuare a fare affidamento alle linee guida, limitando la quantità e la frequenza di consumo di carne bianca e riducendo drasticamente quello di carni rosse e trasformate.
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Tatiana Maselli