A chi non è capitato di assaggiare gli impasti crudi di biscotti, dolci, torte salate, ecc. Spesso ci si preoccupa solo della presenza di uova non cotte e dunque potenzialmente pericolose per la trasmissione della Salmonella, gli esperti avvisano però che esistono rischi anche dovuti alla farina cruda.
A chi non è capitato di assaggiare gli impasti crudi di biscotti, dolci, torte salate, ecc. Spesso ci si preoccupa solo della presenza di uova non cotte e dunque potenzialmente pericolose per la trasmissione della Salmonella, gli esperti avvisano però che esistono rischi anche dovuti alla farina cruda.
Secondo uno studio, pubblicato sul The New England Journal of Medicine, sembra che anche la farina in alcuni casi possa rivelarsi pericolosa. Si fa riferimento all’inchiesta su un’epidemia di Escherichia coli (E. coli) che la scorsa estate ha colpito 56 persone in 24 stati americani e che ha portato ad un richiamo di tonnellate di farina.
L’apparentemente innocuo alimento di base di tantissimi impasti di ricette comuni può infatti teoricamente ospitare proprio ceppi di batteri di E. coli. Questo microrganismo spesso vive e prolifera in ambienti umidi come la carne o le verdure a foglia verde confezionate nei sacchetti ma riesce a prosperare anche in ambienti secchi. Questi batteri possono riuscire a sopravvivere in stato di disidratazione per mesi e riattivarsi poi a contatto con l’acqua.
E non servono neppure grandi quantità per stare male, può bastare anche un piccolo assaggio di farina o altro alimento contaminato. Come ha dichiarato Samuel J. Crowe, autore principale dello studio ed epidemiologo della divisione di malattie alimentari, trasmesse dall’acqua e ambientali presso il Centers for Disease Control and Prevention (CDC):
“I batteri non sono distribuiti uniformemente in un sacco di farina. Una piccola quantità potrebbe farti davvero male. Ho avuto E. Coli e salmonella ed è dannatamente spiacevole”.
A causa delle preoccupazioni che suscita il consumo di uova crude, molte persone evitano di assaggiare impasti che le contengono ma spesso, avvisano gli esperti, si sottovalutano i potenziali rischi della farina.
In caso di E. Coli, infatti, le persone potrebbero trovarsi alle prese con diarrea sanguinolenta, vomito, disidratazione e rischio di sviluppare la sindrome emolitica uremica (HUS), un tipo specifico di insufficienza renale, più comune nei bambini sotto i 5 anni di età, anziani e soggetti con sistema immunitario debole.
Oltre ad astenersi dall’assaggiare impasti in cui sia presente farina cruda, gli esperti consigliano alle persone di lavarsi le mani con acqua calda e sapone subito dopo aver maneggiato la farina o aver utilizzato un mattarello. Nessun rischio invece per il prodotto finale: una cottura ad elevate temperature e prolungata ucciderà tutti gli agenti patogeni eventualmente presenti.
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Ricordiamoci quindi di queste raccomandazioni la prossima volta che ci verrà voglia di leccare il cucchiaio o “fare la scarpetta” nella ciotola dell’impasto che stiamo preparando.
Francesca Biagioli