Può il latte intero, una bevanda che molti nutrizionisti ritengono sana, essere messa sullo stesso piano di una industriale e gassata come la Coca Zero? Secondo il Nutri-Score, etichetta a semaforo francese, sembra di sì. Con il nuovo algoritmo le due bevande saranno valutate entrambe con una C
Dopo che è stato aggiornato l’algoritmo relativo alle bevande, si riaccende la polemica sul Nutri-Score, soprattutto nel nostro Paese che non l’ha mai accettato come valida alternativa per le etichette nutrizionali.
Come mai? Il metro di valutazione della cosiddetta “etichetta a semaforo” francese, rischia di penalizzare una serie di prodotti e piatti tipici del nostro territorio. Leggi anche: Nutri-Score: i 10 piatti tipici della gastronomia italiana che rischiano di scomparire con l’etichetta “a semaforo”
Per chi ancora non lo conoscesse, questo sistema di etichettatura si serve di un logo apposto sul fronte della confezione che informa sulla qualità nutrizionale dei prodotti in forma semplificata basandosi su lettere (che vanno da A ad E) e una scala di 5 colori: dal verde scuro all’arancione scuro.
Il logo viene assegnato sulla base di un punteggio che tiene conto, per 100 gr o 100 ml di prodotto, del contenuto in:
- nutrienti e alimenti da favorire (fibre, proteine, frutta, verdura, legumi, noci, colza e olio d’oliva)
- nutrienti da limitare (energia, acidi grassi saturi, zuccheri, sale)
In questo metodo di classificazione degli alimenti, però, spesso qualcosa non torna o è quanto meno controverso e le modifiche all’algoritmo delle bevande l’hanno confermato ancora una volta.
Ci sarà una sola ed unica bevanda che otterrà una A e si tratta dell’acqua minerale. Tutte le altre bevande riceverrano invece valutazioni più basse, in particolare se contengono zuccheri aggiunti, come ad esempio la Coca Cola ma anche i succhi di frutta.
Stupisce però che, in questo discorso, il latte intero (che contiene zuccheri naturali e grassi) venga equiparato alla Coca Cola zero ottenendo la lettera C. Il latte scremato e parzialmente scremato otterrà invece una B.
Stavolta, le critiche su queste scelte arrivano non solo dall’Italia. Laurence Doughan, esperta in politica della nutrizione presso l’istituto Spf di Salute Pubblica del Belgio, ha dichiarato a Le Soir:
La futura C del latte intero non deve ipotecare il suo grande valore nutrizionale. Il grasso che contiene non presenta veri rischi per la salute.
Però, un consumatore che vede la lettera C sull’etichetta del latte intero, al pari alla Coca Cola Zero, potrebbe pensare che effettivamente siano due bevande equiparabili, cosa che evidentemente non è.
Può una bevanda che molti nutrizionisti ritengono sana essere messa sullo stesso piano di una industriale e gassata? A voi la risposta.
Nonostante alcune “imperfezioni” (chiamiamole così), questo sistema di etichettatura – introdotto in Francia da 6 anni – presto potrebbe essere adottato a livello dell’Ue e diventare obbligatorio anche nel nostro Paese.
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Fonti: Santé Public France
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