Non c'è bisogno di demonizzare la frutta se si soffre di diabete - basta scegliere quella adatta per la propria patologia
Chi soffre di diabete tende ad evitare il consumo di frutta (fresca e secca), temendo un innalzamento del picco glicemico. In realtà, non c’è bisogno di demonizzare la frutta – basta scegliere quella adatta per la propria patologia
Frutta e glicemia alta
Se si soffre di glicemia alta, un consumo eccessivo di frutta è spesso sconsigliato. La frutta, infatti, contiene alti livelli di zuccheri ad assorbimento rapido che finiscono velocemente nel sangue e che contribuiscono a far aumentare i livelli di glicemia. Per esempio frutti come cachi, fichi, banane, uva, sono generalmente sconsigliati alle persone che soffrono di diabete, così come anche i succhi di frutta industriali, che spesso contengono zuccheri aggiunti.
Non tutta la frutta è da demonizzare tuttavia per chi soffre di diabete. Via libera quindi, seppur con moderazione, a mele, pere, nespole, fragole, albicocche, arance, pesche e lamponi – frutti con un contenuto zuccherino più basso e, al contempo, con un maggiore apporto di fibre (che contribuiscono a rallentare l’azione del metabolismo e, conseguentemente, l’assunzione degli zuccheri).
E la frutta secca?
Sorprendentemente, la frutta secca non solo non aumenta il livello di glucosio nel sangue, ma addirittura aiuta a controllarlo. Ad esempio le mandorle contribuiscono a regolare e ridurre i livelli di zucchero nel sangue dopo i pasti principali, e a prevenire l’insorgenza del diabete: uno studio ha dimostrato come consumare ogni giorno 60 grammi di mandorle al giorno abbassa i livelli di glucosio e insulina in pazienti affetti da diabete di tipo 2; un altro studio, invece, ha evidenziato che il consumo di mandorle contribuisce ad aumentare la sensibilità all’insulina nei pazienti con pre-diabete.
(Leggi anche: Frutta secca e semi: forse non lo fai, ma devi metterli in ammollo prima di mangiarli)
Questo perché l’indice glicemico delle mandorle è pari a zero, poiché la piccola quantità di carboidrati contenuta nelle mandorle è costituita quasi esclusivamente da fibre. In generale, quasi tutta la frutta secca è caratterizzata da un basso indice glicemico (compreso fra 0 e 20) – solo gli anacardi presentano un indice glicemico leggermente più alto (22). Inoltre, le mandorle rappresentano un’importante fonte di magnesio (contengono più magnesio rispetto ad altra frutta secca), oltre che di fibre e di proteine – un vero e proprio concentrato di salute!
Quindi, per chi soffre di diabete o per chi semplicemente non vuole vedere la glicemia schizzare alle stelle, meglio optare per pistacchi (non salati!), nocciole o noci macadamia anziché cracker o altri snack poco salutari e ad alto contenuto di zuccheri. Inoltre, la frutta secca non ha bisogno di essere lavata né di posate per essere consumata, quindi è davvero pratica da portarsi dietro in ufficio o a scuola. Ecco una tabella con i valori nutrizionali dei diversi tipi di frutta secca e disidratata:
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Fonte: Fondazione Veronesi / National Library of Medicine
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