Secondo un nuovo studio, sono sufficienti 140 grammi a settimana per ridurre del 17% il rischio di sviluppare problemi cardiaci nei pazienti diabetici.
Le persone con diabete di tipo 2 che mangiano quotidianamente un po’ di frutta secca hanno meno probabilità di sviluppare malattie cardiache. Sono sufficienti 140 grammi a settimana per ridurre del 17% il rischio di sviluppare problemi al cuore.
È quanto afferma un nuovo studio della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, negli Stati Uniti, secondo cui già bastano cinque porzioni da 28 grammi a settimana.
I ricercatori, partendo dall’assunto che il diabete aumenti di fatto più del doppio le possibilità di andare incontro a eventi come infarto e ictus, sostengono in pratica che anche poche noci o noccioline sono capaci di contrastare almeno in parte l’elevato rischio cardiovascolare dei diabetici.
“I dati forniscono nuove prove che supportano la raccomandazione di incorporare frutta secca in modelli dietetici sani per la prevenzione delle complicanze della malattia cardiovascolare e morti premature tra gli individui con diabete”, spiega il principale autore della ricerca Gang Liu.
Lo studio
Gli scienziati hanno sottoposto un campione di 16.217 ad alcuni questionari prima e dopo la diagnosi di diabete di tipo 2, la forma più comune della malattia, associata all’invecchiamento e all’obesità. Hanno poi chiesto loro quale fosse il consumo di frutta secca negli anni passati e nel corso dell’esperimento a 3.336 persone sono state diagnosticate malattie cardiovascolari, 5.682 sono morte, 1.663 decessi per malattie cardiovascolari e 1.297 per un tipo di tumore.
Secondo i dati raccolti, coloro che mangiavano frutta secca avevano un rischio del 17% inferiore di sviluppare problemi al cuore.
Quanta e quale frutta secca mangiare?
Noci, mandorle, noci del Brasile, anacardi, pistacchi, noci pecan, macadamia, nocciole e pinoli erano più strettamente legate a un minor rischio di malattie cardiache rispetto alle arachidi, che sono in realtà legumi che crescono sottoterra.
“Una ragione per cui le noci degli alberi potrebbero essere più protettive è che tendono ad essere consumate con la pelle o la buccia esterna, in cui risiedono la maggior parte degli antiossidanti (almeno le noci, le mandorle e le nocciole), mentre le arachidi vengono consumate senza la buccia”, spiega il dottor Emilio Ros della Hospital Clinic di Barcellona.
Gli esperti consigliano circa 140 grammi al giorno così composti:
- 24 mandorle
- 18 anacardi
- 12 nocciole
- 14 noci
Ma già solo 28 grammi al giorno, secondo i ricercatori, bastano per trarre tutti i benefici della frutta secca, che ad ogni modo è in grado di controllare i livelli dello zucchero nel sangue e le infiammazioni grazie ai nutrienti di cui è composta, quindi acidi grassi insaturi, fibre, vitamina E, acido folico e minerali come calcio, potassio e magnesio.
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Germana Carillo