Frutta essiccata: 3 cose insidiose a cui dovresti fare attenzione quando la compri o la mangi

Vediamo quali sono le principali insidie che si possono nascondere dietro una confezione di albicocche secche, datteri, fichi, prugne, uvetta ecc...

La frutta in ogni sua forma, compresa quella essiccata, è un ottimo spuntino sia a metà mattina che a metà pomeriggio. Gli zuccheri naturali contenuti nella frutta possono donarci l’energia giusta per le nostre attività e le fibre possono invece contribuire al benessere del nostro intestino. Ma come in tutte le cose non bisogna esagerare ed è sempre molto importante fare attenzione a cosa si acquista.  (Leggi anche: La frutta essiccata è salutare? Cosa ne pensano i nutrizionisti)

Innanzittutto è bene specificare che con frutta essiccata o disidratata si intendono ad esempio prugne secche, albicocche, fichi, uva sultanina, ecc. ovvero quella frutta che originariamente era fresca e che viene poi fatta essiccata per garantigli una conservazione più lunga. Si tratta di un metodo molto antico, originariamente si faceva al sole o a fuoco molto basso, oggi esistono moderni apparecchi utili a disidratare frutta o altri cibi.

Se ci autoproduciamo della frutta essiccata in casa non ci sono problemi, ma bisogna invece fare attenzione nel caso si acquistino dei prodotti già pronti. Vediamo quali sono le principali insidie che si possono nascondere dietro una confezione di albicocche secche, fichi, prugne, uvetta, ecc.

Diossido di Zolfo o andidride solforosa (E220)

Purtroppo molto spesso nella frutta disidratata troviamo Diossido di Zolfo o Anidride Solforosa che sulle confezioni può essere riportato anche con il codice E220. Si tratta di un gas che viene usato come disinfettante, agente sbiancante o come conservante alimentare. Quando trattata con l’anidride solforosa prima dell’essiccazione, la frutta mantiene il suo colore e sapore originario e aumenta la durata di conservazione. Consumata in piccole quantità questa sostanza viene considerata “sicura” ma, comunque, si tratta di un prodotto chimico tossico, soprattutto se inalato, e in particolare i bambini dovrebbero esserne tenuti a debita distanza.

È possibile evitare di consumare frutta essiccata addizionata di anidride solforosa semplicemente stando bene attenti a leggere le etichette di ciò che si acquista e osservando il colore (che ad esempio nel caso delle albicocche non può essere arancione acceso ma piuttosto un colore scuro simile a quello delle prugne). Per stare più tranquilli potete acquistare le marche biologiche o produrvi la frutta secca in casa. (Leggi anche: Come essiccare la frutta in casa senza comprare un essiccatore)

Zuccheri aggiunti

Il processo di essiccazione della frutta fa sì che si elimini completamente l’acqua. In questo modo si vanno però a concentrare gli zuccheri naturalmente presenti nell’alimento aumentando anche la densità calorica. Ma basta non esagerare nel consumo e questo non porterà danni al nostro organismo. Il problema però è che molto spesso, poiché si utilizza frutta di scarsa qualità e dunque poco saporita, nella frutta disidratata che acquistiamo troviamo degli ingredienti aggiuntivi: zucchero, saccarina o altri dolcificanti artificiali. A questo punto lo zucchero presente nella frutta che mangiamo diventa davvero troppo, con tutte le conseguenze negative che ciò può comportare sul nostro metabolismo.

Anche in questo caso il consiglio è quello di leggere le etichette, lasciando sugli scaffali quelle confezioni in cui trovate zuccheri aggiunti o meglio ancora, come suggerito sopra, provare ad essicarsi la frutta da soli per poterla scegliere già naturalmente dolce e buona e non dover aggiungere proprio nulla.

Porzioni

La frutta essiccata è molto buona ed è davvero facile esagerare nelle quantità. Anche se si è acquistata della frutta disidratata di qualità o l’abbiamo autoprodotta in casa, non si è giustificati a concedersi porzioni troppo grandi. Questa frutta infatti, come abbiamo già detto, è un alimento denso di energia e ricco in zuccheri, è bene considerare che generalmente una mezza tazza di frutta disidratata equivale ad una tazza intera di frutta fresca.

Meglio quindi mangiarla magari più spesso, ma in piccole quantità – due tre prugne o datteri al giorno – se non si vuole far salire eccessivamente i livelli di zucchero o soffrire di gonfiori addorminali e fermentazione. Inoltre per abbassare il carico glicemico è possibile accompagnarla a frutta secca proteica, sempre senza esagerare. Per non esagerare, se scegliete di autoprodurla in casa, potete confezionare dei sacchetti monoporzione da consumare ogni volta che ne avete voglia!

Per conoscere la quantità consigliata dai nutrizionisti vi suggeriamo la visione di questo video:

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