Arriva l'etichetta in braille sulle bottiglie di olio d'oliva. Un modo per consentire anche a chi è affetto da disabilità visiva di fare acquisti responsabili.
Poter scegliere consapevolmente cosa mettere in tavola è importante per tutti, nessun escluso.
E se nella stragrande maggioranza dei casi una persona non vedente o ipovedente è autonoma in tutto, lo potrebbe essere un po’ meno al supermercato, dove la scelta di prodotti buoni diventa parecchio complicata. Al di là delle scadenze in braille, poco o nulla agevola infatti la loro spesa.
E proprio a chi è affetto da disabilità visiva ha pensato il Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria che, con il suo centro di Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura e in collaborazione con l’Unione non vedenti e ipovedenti di Cosenza, ha dato vita alla prima etichetta accessibile dell’olio d’oliva.
Un bell’esempio di inclusione sociale che permetterà il libero accesso ed un’agevole fruizione delle informazioni sulla composizione e sulle proprietà dell’olio d’oliva. Composto com’è in prevalenza dall’acido oleico, un acido grasso monoinsaturo che agisce riducendo il colesterolo dannoso, dalla vitamina E e dai fenoli che gli conferiscono proprietà antiossidanti, combattendo i radicali liberi e favorendo il rinnovo cellulare, è giusto che anche chi è affetto da scarsità visiva compri il miglior prodotto.
L’etichetta alimentare, lo abbiamo sempre detto, è uno di quegli strumenti fondamentali per un consumo responsabile a tutela del consumatore, fornendo le informazioni indispensabili per un acquisto ragionato. E non solo: nel caso dell’olio extra vergine e vergine d’oliva le etichette riguardano, oltre la composizione e le proprietà nutrizionali, anche altre informazioni tra cui la denominazione di vendita e il Paese di provenienza delle olive e dell’olio. In questo modo, quindi, sarà possibile tracciare il prodotto lungo l’intera filiera, dimostrandone la genuinità e l’origine e contrastandone la contraffazione.
Per questo bel progetto, il Crea ha fornito le indicazioni per l’etichetta braille e ha creato lo storytelling per raccontare la cultivar, Sisspre, start up dell’innovazione, ha creato la tecnologia adatta all’etichetta narrante, l’Unione non vedenti e ipovedenti di Cosenza ha realizzato la grafica e stampato l’etichetta e Oli Tucci è stata l’azienda che ha promosso l’iniziativa.
“Un ente di ricerca, inserito e radicato nel territorio come il nostro – dichiara Gabriella Lo Feudo, responsabile dell’iniziativa per il Crea Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura – non poteva non avvertire la necessità dei consumatori/cittadini e quindi, mettendo a disposizione conoscenza e competenze, ha avviato questa iniziativa sociale molto importante. Leggere le etichette è un diritto/dovere dei consumatori e tutti devono essere messi nelle condizioni giuste per poterlo fare”.
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Germana Carillo