Dopo le tarme della farina, l’EFSA ha approvato il consumo alimentare in Europa anche di un particolare tipo di locusta, ma ci vorrà ancora tempo per vedere questo nuovo cibo negli scaffali del supermercato.
Dopo le tarme della farina, l’EFSA ha approvato il consumo alimentare in Europa anche di un particolare tipo di locusta, ma ci vorrà ancora tempo per vedere questo nuovo cibo negli scaffali del supermercato.
La locusta migratoria potrebbe entrare presto a far parte della nostra alimentazione. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ne ha infatti autorizzato la produzione e il consumo nel nostro continente, valutando per ora l’assunzione di questo animale solo nella sua formulazione essiccata e congelata. Il novel food sarebbe sicuro secondo gli standard europei e non svantaggioso dal punto di vista nutrizionale – anche se potrebbe causare reazioni allergiche in soggetti già intolleranti a crostacei, acari e molluschi.
Crisi climatica, desertificazione e sovrappopolazione stanno ponendo importanti sfide alla questione alimentare, per questo anche l’Occidente si sta rivolgendo a nuove fonti di nutrienti finora disdegnate perché giudicate poco nobili e troppo lontane dalle nostre tradizioni alimentari. Già lo scorso gennaio, l’EFSA aveva dichiarato la commestibilità delle cosiddette tarme della farina (Tenebrio molitor) e autorizzato la sua immissione sul mercato europeo. Ora arriva l’OK di questo nuovo insetto grazie alla pubblicazione di un report che fornisce i risultati delle prove scientifiche effettuate sull’alimento. Lo studio, richiesto dalla Commissione Europea, ha incluso diversi aspetti – tra cui la valutazione nutrizionale, quella tossicologica e quella chimica.
La definizione new food viene utilizzata dall’Agenzia per separare e distinguere i ‘nuovi cibi’ da quelli approvati sul territorio dell’Unione prima del Regolamento Ce 258 del gennaio 1997 sui nuovi prodotti e i nuovi ingredienti alimentari. Non si tratta solo di alimenti di origine animale (come gli insetti di cui abbiamo parlato in questo articolo), ma anche di derivati di piante e alberi. Un esempio è la polpa disidratata del baobab (proveniente dal frutto di Adansonia digitata), ricca di vitamina C, calcio e antiossidanti.
Fonte: EFSA
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