Lattuga infetta da E-coli, allarme negli Usa: i sintomi e cosa fare

Lattuga infetta "killer", contaminata da Echerichia Coli. È allarme intossicazione alimentare negli Stati Uniti. 5 persone sono già morte e quasi 200, in 35 diversi stati Americani, si sono ammalate. Cosa fare e i sintomi

Lattuga infetta “killer”, contaminata da Echerichia Coli. È allarme intossicazione alimentare negli Stati Uniti. 5 persone sono già morte e quasi 200, in 35 diversi stati Americani, si sono ammalate

Si tratta del peggior focolaio di E. coli negli USA dal 2006, quando le infezioni causate da spinaci contaminati uccisero tre persone e ne fecero ammalare più di 270.

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention americani, questo ceppo infettivo di E. coli produce una tossina chiamata “Shiga”, che può danneggiare gli organi e causare una grave forma di insufficienza renale chiamata sindrome emolitica uremica. Questo danno renale può portare alla morte.

L’avvelenamento alimentare è legato alla lattuga coltivata nella regione di Yuma, in Arizona, che rifornisce tutti gli Stati Uniti di questi ortaggi nei mesi invernali”, dicono le autorità e la Food and Drug Administration sta lavorando per identificare più canali di distribuzione che possano spiegare tutti i casi a livello nazionale, dal momento che, a causa della durata della conservazione pari a 21 giorni, non si può esser certi che i prodotti provenienti da quell’area non siano più presenti nella catena di approvvigionamento.

Lattuga infetta, cosa fare

Intanto si raccomanda di “non mangiare o comprare lattuga romana a meno che non si possa confermare che non provenga dalla regione di Yuma, in Arizona. I ristoranti e i rivenditori non dovrebbero servire o vendere lattuga romana dalla regione di Yuma, in Arizona”.

Se si contrae E. coli produttrice di tossine Shiga, i sintomi si presentano in media da tre a quattro giorni dopo aver ingerito il germe.

Lattuga infetta, i sintomi

La maggior parte delle persone ha diarrea (spesso con sangue), forti crampi allo stomaco e vomito. Per la maggioranza si guarisce entro una settimana, ma ci possono essere casi più gravi.

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Germana Carillo

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