Dirty Dozen 2014. Ritorna Dirty Dozen, la “sporca dozzina” della frutta e della verdura con più residui di pesticidi. Anche quest’anno a pubblicarla è l’Environmental Working Group (EWG), che prende in considerazione i prodotti in vendita negli Stati Uniti, sia coltivati a livello nazionale che importati dall’estero.
Ritorna Dirty Dozen, la “sporca dozzina” della frutta e della verdura con più residui di pesticidi. Anche quest’anno a pubblicarla è l’Environmental Working Group (EWG), che prende in considerazione i prodotti in vendita negli Stati Uniti, sia coltivati a livello nazionale che importati dall’estero.
L’Environmental Working Group ha confrontato i test relativi ai residui di pesticidi per i prodotti più popolari (48 in totale, tra cui mirtilli, piselli e pesche nettarine). Ha poi selezionato i 12 prodotti che presentavano i residui di pesticidi più elevati, per creare una vera e propria classifica.
Il lavoro di EWG ha l’obiettivo di diffondere una maggiore consapevolezza tra i cittadini per quanto riguarda la riduzione del rischio di esposizione ai pesticidi attraverso l’alimentazione. Come ben si sa, l’agricoltura convenzionale e industriale ne fa ancora largo uso. Secondo l’EWG, alcuni dei pesticidi più pericolosi vengono utilizzato tuttora negli Stati Uniti ed entrano a fare parte della catena produttiva e alimentare.
EWG ricorda inoltre che gli Stati Uniti non hanno seguito l’esempio dell’Europa per quanto riguarda le restrizioni relative all’impiego dei pesticidi neonicotinoidi e l’applicazione del DPA sulla frutta raccolta, che negli Usa avviene ancora, con particolare riferimento alle mele e alle pere coltivate a livello nazionale, per incrementarne i tempi di conservazione.
In particolare, secondo quanto comunicato da EWG, tutti i campioni di pesche nettarine e il 99% dei campioni di mele testati sono risultati positivi ad almeno un residuo di pesticidi. Le patate presentavano più pesticidi per peso rispetto a qualsiasi altro alimento e un singolo campione di uva conteneva ben 15 pesticidi diversi. Singoli campioni di ciliegie, sedano, pomodori e fragole presentavano 13 pesticidi differenti ciascuno.
Tra i prodotti migliori troviamo invece l’avocado: soltanto l’1% dei campioni presentava residui di pesticidi rilevabili. L’89% degli ananas, l’82% dei kiwi, l’80% della papaya, l’88% dei campioni di mango e il 61% dei campioni di meloni cantalupo non presentavano residui di pesticidi.
EWG ricorda di porre particolare attenzione agli Ogm. Sugli scaffali dei supermercati americani gli Ogm sono presenti soprattutto nei prodotti confezionati di provenienza industriale. Una piccola percentuale delle zucchine, delle zucche gialle e del mais dolce in vendita nei negozi alimentari risulta geneticamente modificata.
Mentre la maggior parte della papaya che proviene dalle Hawaii è Ogm. I consumatori non possono riconoscere i prodotti Ogm presenti nei supermercati perché non sono ancora state introdotte le etichettature obbligatorie. Per questo motivo EWG invita a consultare la Shopper’s Guide to Avoid GM Foods. Altri Ogm potrebbero essere presto approvati dall’Usda.
Ecco la classifica Dirty Dozen 2014.
1) Mele
2) Fragole
3) Uva
4) Sedano
5) Pesche gialle
6) Spinaci
7) Peperoni
8) Pesche nettarine (importate)
9) Cetrioli
10) Pomodori ciliegini
11) Piselli dolci “snap peas” (importati)
12) Patate
Per quanto riguarda l’Italia, rimaniamo in attesa della nuova edizione del dossier pubblicato da Legambiente “Pesticidi nel piatto”. Nel 2012 i frutti che presentavano più di un residuo di pesticidi erano pere, uva e mele. Tra i campioni oltre i limiti di legge erano presenti peperoni, pesche e fragole.
Consulta qui la lista completa dei 48 alimenti analizzati da EWG.
Marta Albè
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