Nella Giornata Mondiale vegetariana ricordiamo in cosa consiste questa dieta, i suoi benefici per la nostra salute ma anche per l’ambiente. Eliminando gli alimenti carnei (come carne bovina o suina, pollame, ma anche frutti di mare e derivati) è un regime alimentare apprezzato soprattutto per i suoi benefici cardiovascolari. Ma è anche un toccasana per le emissioni di gas serra
Mangiare vegetariano è una scelta che spesso parte da motivi etici, mossi dalla consapevolezza delle sofferenze degli animali la cui richiesta di carne è sempre in crescita. Ma ha anche degli oggettivi benefici, confermati dalla scienza, sia sulla nostra salute (soprattutto quella del cuore) sia sull’ambiente. Ecco quali.
Eliminando gli alimenti carnei (come carne bovina o suina, pollame, ma anche frutti di mare e derivati) è un regime alimentare apprezzato soprattutto per i suoi benefici cardiovascolari: tutti gli studi più recenti confermano infatti che la dieta vegetariana riduce il rischio di arteriosclerosi e di ipertensione, a loro volta dei fattori di rischio elevati per danni cardiaci.
Ma non solo: la scienza conferma anche come questo regime alimentare sia in grado di proteggere dalle malattie renali, di far perdere peso più velocemente nonché di ritardare l’invecchiamento, favorendo allo stesso tempo la longevità.
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A novembre 2021, inoltre, uno studio ha calcolato un incremento in tutto il mondo di morti legate al consumo di carne di quasi il 75% fra il 1993 e il 2018, con sostanziali differenze fra le varie aree del mondo: si stima un aumento del 55% nei Paesi sviluppati e un tasso che raggiunge il 157% in più in quelli in via di sviluppo, a causa di patologie come tumori al colon-retto, diabete di tipo 2 e coronopatia.
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Chiaramente, sempre fermo restando che, come in tutte le cose, è necessario conoscere il proprio stato di salute così come eventuali specifiche necessità.
Ma non è tutto, anche l’ambiente ringrazia. È noto ormai da tempo come gli allevamenti intensivi siano uno dei fattori più importanti di rilancio di gas serra nell’atmosfera. Infatti nel Vecchio Continente le emissioni di gas serra di questi stabilimenti rappresentano il 17% delle emissioni totali dell’Ue (praticamente più di quelle di tutte le automobili e i furgoni in circolazione).
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Per non parlare – ci sembra ovvio ma lo ribadiamo – della sofferenza che questi veri e propri lager infliggono agli animali. La quale, al di là del lato etico, comunque importantissimo, si riflette anche sulla qualità delle carni che poi finiscono sulle nostre tavole.
Il consumo di carne deve globalmente diminuire, in modo da chiudere ovunque e per sempre gli allevamenti intensivi.
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