Siamo disposti a tutto per salvare il Pianeta, ma non a rinunciare alla carne…

Il sondaggio sui cambiamenti climatici condotto dalle Nazioni Unite mostra che le persone non sono disposte a passare ad una dieta vegetale

Il più grande sondaggio al mondo sui cambiamenti climatici mostra come le persone, nonostante siano vicine ai temi ecologici, non considerino importante cambiare la propria dieta, passando ad un’alimentazione su base vegetale.

Ne abbiamo parlato più volte, aumentare l’apporto di vegetali nella dieta di tutto il mondo, riducendo fortemente l’uso di carne e derivati, potrebbe essere una delle soluzioni da adottare per limitare i cambiamenti climatici.

Eppure sembra che le persone, anche quelle attente all’ambiente, non siano disposte a rinunciare alle loro abitudini alimentari oppure non ritengono questa una priorità (ma le motivazioni potrebbero essere anche altre).

È quanto emerge dal People’s Climate Vote, sondaggio condotto dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) con l’aiuto dell’Università di Oxford, che ha intervistato 1,2 milioni di persone di 50 differenti paesi.

L’indagine, pubblicata pochi giorni fa, mirava a “mettere in contatto le persone con i responsabili politici” coinvolgendo quindi la popolazione nel dibattito globale sulla crisi climatica e cercando i loro pareri sulle azioni che i governi dovrebbero adottare in risposta a questo grave problema.

Cosa è emerso? Quasi due terzi (64%) degli intervistati ha affermato di considerare il cambiamento climatico un’emergenza globale. Tra loro, oltre la metà (59%) ritiene che il mondo debba “fare tutto il necessario e con urgenza” per affrontare la crisi.

Agli intervistati è stato chiesto di scegliere le possibili azioni a favore del clima da un elenco che comprendeva 18 opzioni in sei campi di azione: energia, economia, trasporti, aziende agricole e cibo, protezione delle persone e della natura.

La conservazione delle foreste (54%) e gli investimenti in energie rinnovabili (53%) si sono rivelati i più popolari in tutto il mondo, anche se un approfondimento dei risultati mostra che le priorità erano associate alle circostanze vissute nei diversi paesi.

Ad esempio, c’è stato un forte sostegno per i sistemi di trasporto puliti in paesi con una popolazione urbana considerevole come il Giappone e il Cile mentre in Brasile e Argentina, luoghi in cui è forte il problema della deforestazione, la maggioranza vede come una priorità la conservazione ecologica.

Ma quello che ha un po’ sorpreso è che la promozione di una dieta a base vegetale non è stata considerata tra le soluzioni da adottare e si è classificata, complessivamente, come l’opzione meno scelta, con solo il 30% delle persone intervistate che la approverebbe.

Queste persone sembrano però dimenticare che, ciò che mangiamo, come lo coltiviamo e anche quello che sprechiamo e che finisce nella spazzatura, è responsabile di un terzo di tutte le emissioni globali di gas serra, secondo quanto dichiarato da Eduardo Calvo Buendia, co-presidente del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), un organismo delle Nazioni Unite.

Nel 2019, un report dell’IPCC sul rapporto tra uso del suolo e cambiamento climatico ha chiesto una revisione delle abitudini alimentari per salvare il pianeta e alleviare la pressione sulle risorse naturali.

I 107 scienziati che hanno stilato il rapporto erano concordi sul fatto che, il passaggio a cibi vegetali, così come a carne di origine sostenibile, è una grande opportunità per affrontare il cambiamento climatico, ma non si sono spinti al punto di chiedere alla popolazione di modificare la propria dieta.

Un invito velato ma non esplicito, insomma.

Eppure, da quest’ultimo sondaggio, emerge che per molti non mangiare la carne non sia proprio un’opzione.  Come mai? Gli esperti delle Nazioni Uniti hanno dichiarato in merito:

“In primo luogo, in alcuni paesi, ci sono poche opzioni a base vegetale. In altri, potrebbe non esserci ancora una consapevolezza significativa su queste opzioni. In altri, le persone potrebbero aver sentito che la dieta è più una scelta personale che qualcosa che può essere ‘promosso'”.

Fonte: UNDP

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