Dieta mediterranea, un toccasana per la salute, anche quella del cuore. Lo sanno anche i bambini ma adesso uno dei più importanti studi sull'argomento è stato ritirato dagli autori a causa dei suoi metodi
Dieta mediterranea, un toccasana per la salute, anche quella del cuore. Lo sanno anche i bambini ma adesso uno dei più importanti studi sull’argomento è stato ritirato dagli autori a causa dei suoi metodi.
Apparso per la prima volta nel 2013, lo studio era stato condotto dai ricercatori dell’Hospital Clinic di Barcellona, che dopo aver analizzato 7.447 persone di età compresa tra i 55 e gli 80 anni per 10 anni, tutti ad alto rischio di malattia cardiovascolare, avevano scoperto che la dieta mediterranea, grazie all’olio extravergine d’oliva e alla frutta secca, era in grado di ridurre del 30% il rischio di infarto del miocardio, di ictus e di malattie cardiovascolari.
La ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine, era il culmine di PREDIMED, il più grande studio clinico randomizzato condotto in Spagna e uno dei più grandi del mondo.
Ma i problemi rilevati erano così importanti che i ricercatori hanno ritrattato il loro articolo originale e al suo posto hanno pubblicato una rianalisi dei dati nella stessa rivista il 13 giugno scorso, in cui hanno spiegato i problemi metodologici.
Le critiche allo studio
Gran parte della ricerca a sostegno della dieta mediterranea proviene da studi osservazionali, che si basano appunto sull’osservazione delle abitudini a tavola e misurano i risultati, senza intervenire.
Ma lo studio del 2013 era diverso visto che ai partecipanti era stato chiesto di seguire o una dieta mediterranea o una dieta a basso contenuto di grassi per quasi 5 anni. La randomizzazione in questo caso è importante, perché funziona per eliminare i fattori che i ricercatori non possono controllare.
Dopo la pubblicazione dello studio, i ricercatori hanno rilevato errori critici che hanno fatto sì che il loro processo di “randomizzazione” non fosse sempre casuale. In alcuni casi, i ricercatori avevano assegnato tutti i membri di una famiglia a una dieta, invece di assegnare casualmente ogni membro a una dieta diversa. Secondo i critici dunque, se le persone vengono assegnate casualmente a un gruppo o a un altro, i due gruppi potevano anche avere caratteristiche simili.
A causa di queste irregolarità, i ricercatori hanno ritirato il loro documento originale ed effettuato un’altra analisi cercando di utilizzare metodi statistici per tenere conto dei problemi causati dalla randomizzazione difettosa. Nonostante ciò, sono arrivati alla stessa conclusione: la dieta mediterranea era legata a una riduzione del 30% circa del rischio di infarto e ictus.
“I risultati delle nostre rianalisi erano simili a quelli che avevamo originariamente riportato. Inoltre, la rianalisi dei nostri dati non ha rivelato alcuna evidenza del fatto che determinati fattori di stile di vita o di trattamento potenzialmente correlati al rischio di malattia cardiovascolare abbiano distorto i risultati o abbiano fornito una spiegazione alternativa ai benefici osservati sulle malattie cardiovascolari grazie alla dieta mediterranea”.
Alla luce dei problemi con lo studio originale, i medici raccomandano ancora di seguire la dieta mediterranea per proteggere la salute del cuore?
È indubbio che la dieta mediterranea sia salutare. Lo studio in questione non è di certo l’unico ad averne dimostrato i benefici per la salute del cuore. Anche un’altra ricerca condotta dalla Harokopio University di Atene, effettuata su oltre 2.500 soggetti tra i 18 e gli 89 anni, ha confermato che una dieta ricca di frutta fresca, verdura, cereali (meglio se integrali), noci, fagioli, pesce e olio d’oliva, sia in grado di ridurre quasi della metà (47%) il rischio di malattie al cuore.
Inoltre, la dieta mediterranea ha mostrato di avere numerosi altri benefici. Assicura una grande quantità di antiossidanti e per questo viene considerata alleata della longevità, protegge il nostro organismo dallo stress ossidativo. Combatte il diabete e la sindrome metabolica, migliora le funzioni cerebrali prevenendo demenza e Alzheimer e riduce il rischio di tumore.
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Francesca Mancuso