Il marketing alimentare viene appositamente progettato per promuovere una falsa propensione verso il cibo spazzatura. Ecco la soluzione degli scienziati.
Bimbi e adolescenti: avete mai realizzato che gran parte della pubblicità dell’industria del cibo spazzatura sia rivolta a loro? Un enorme volume di spot che produce un’immagine positiva del cibo spazzatura e incoraggia i più giovani a mangiarne più di quanto dovrebbero. Un meccanismo che genera dipendenza, cattiva alimentazione e obesità. Ma come farlo cessare? Sfruttando la tendenza degli adolescenti a ribellarsi all’autorità.
Quel che non tutti sanno è che il marketing alimentare viene appositamente progettato per promuovere una falsa propensione verso il cibo spazzatura nella mente dei più piccoli e per stimolare il mangiare in eccesso. E le ricerche condotte finora dimostrano che funziona.
“Il marketing alimentare è deliberatamente progettato per creare associazioni emotive positive con il cibo spazzatura, per collegarlo a sentimenti di felicità e divertimento“, spiega Christopher J. Bryan, l’autore principale di uno studio condotto all’Università del Texas ad Austin, secondo cui un cambiamento di prospettiva su come gli studenti vedono le campagne di marketing alimentare potrebbe spronare gli adolescenti stessi a fare scelte dietetiche quotidiane più sane e per un lungo periodo di tempo.
Il metodo funziona in parte facendo leva sul desiderio naturale dei ragazzi di ribellarsi alle autorità.
Lo studio
Lo studio ha previsto due fasi. Per la parte preliminare, il team di ricercatori è andato in una scuola e ha presentato a un gruppo di alunni un articolo di tipo espositivo sulle grandi aziende alimentari. L’idea era quella di mostrare ai ragazzi come queste aziende usano il marketing e come manipolano nel vero senso della parola per agganciare i consumatori al cibo spazzatura solo per il proprio guadagno e su come la pubblicità spesso si rivolga a popolazioni vulnerabili, come i giovani e i più poveri.
Di contro, un gruppo di controllo ha ricevuto materiali tradizionali sui benefici di un’alimentazione sana e sugli aspetti negativi del cibo spazzatura. I ricercatori hanno quindi seguito i cibi che gli adolescenti hanno mangiato il giorno successivo per circa tre mesi ed è emerso che coloro che facevano parte del primo gruppo hanno ridotto significativamente il consumo di cibo spazzatura, in particolare i maschi, di circa il 31% rispetto al gruppo di controllo.
“Una delle cose più eccitanti è che alla fine i ragazzi hanno una reazione istintiva più negativa al cibo spazzatura e al marketing di cibi spazzatura e una reazione istintiva più positiva a cibi sani“, sottolinea Bryan.
Quel che hanno fatto gli scienziati, insomma, è appellarsi all’impulso naturale dei nostri ragazzi di ribellarsi alle autorità, che potrebbe fornire un modo per gli operatori della salute pubblica un’arma in più per competere con i pubblicitari di cibo spazzatura cambiando le abitudini alimentari dei ragazzi.
“La maggior parte degli interventi precedenti sembrava presumere che mettere in allarme gli adolescenti per le conseguenze negative a lungo termine sulla salute di un’alimentazione pessima, possa essere un modo efficace per motivarli a cambiare il loro comportamento“, continua Bryan. Ma probabilmente proprio questa è la ragione principale per cui nessuno è stato in grado finora di indurre gli adolescenti a cambiare le proprie abitudini alimentari in modo duraturo.
Sulle ragazze gli effetti dell’esperimento sono risultati meno significativi, forse perché sono più attente alle questioni legate all’eccesso di calorie del cibo malsano, che risulta così già di per sé un forte deterrente.
“Questo studio dimostra che è possibile modificare il comportamento durante l’adolescenza utilizzando un intervento leggero – spiegano i ricercatori. L’adolescenza è una fase di sviluppo in cui anche gli approcci più lunghi di promozione della salute non hanno praticamente avuto alcun effetto. Poiché tanti problemi sociali, dall’educazione al comportamento a rischio, hanno le loro radici negli anni dell’adolescenza, questo studio apre la strada a possibili soluzioni per alcune delle sfide più ardue per la promozione in generale della salute pubblica“.
Quello che gli studiosi ora hanno fatto è stato rimettere le cose nella prospettiva giusta, esponendo in modo chiaro questa manipolazione agli adolescenti e innescando la loro naturale avversione al controllo da parte da parte di chi è più grande.
Si fa il loro gioco, insomma, ma probabilmente questo potrebbe incidere di più sulle buone abitudini alimentari a lungo termine.
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Germana Carillo