Pan ha analizzato i dati sui pesticidi in frutta e verdura nel Regno Unito scoprendo la "sporca dozzina" dei prodotti più contaminati
I pesticidi sono ormai onnipresenti nella frutta, nella verdura e in diversi altri prodotti che consumiamo ogni giorno. A confermarlo stavolta è un nuovo studio condotto nel Regno Unito che ha trovato tracce di ben 122 pesticidi in 12 prodotti ortofrutticoli.
Si tratta di una nuova “sporca dozzina” quella segnalata da Pesticide Action Network (PAN) che mostra ancora una volta l’enorme esposizione ai pesticidi dei consumatori, in questo caso del Regno Unito ma sappiamo bene che il problema è globale.
Ma partiamo dall’inizio. Il governo britannico monitora costantemente, anno dopo anno, i livelli di residui negli alimenti consumati nel Paese. Pan ha analizzato questi dati ufficiali individuando 122 diversi pesticidi e stilando la classifica dei 12 prodotti ortofrutticoli più contaminati.
La sporca dozzina
L’analisi dei dati ha mostrato che quasi tutta l’uva e le arance contengono un “cocktail di pesticidi” ma inseriti nella “sporca dozzina” (da non confondere con quella stilata dall’EWG) ce ne sono altri 10.
Questa la classifica dei prodotti ortofrutticoli più contaminati (la percentuale indica i campioni con più residui di pesticidi presenti):
- Uva 87,2%
- Arance 86,7%
- Frutta disidratata (es. uvetta e uva sultanina) 81,9%
- Erbe aromatiche 81.3%
- Pere 73.6%
- Piselli 51,6%
- Fagioli (con baccello) 34,7%
- Okra 24.7%
- Lattuga 23.6%
- Fagioli (secchi) 19.4%
- Carote 17.1%
- Mango 15.2%
Ogni frutta o verdura nell’elenco presentava tracce di due o più pesticidi ma alcuni ne contenevano fino a 25 insieme!
E alcune di queste sostanze sono estremamente pericolose: 47 pesticidi sono stati collegati al cancro, 15 sono tossici per la riproduzione e lo sviluppo e 17 sono inibitori della colinesterasi e possono danneggiare il sistema respiratorio. Un quarto dei pesticidi individuati sono poi sospetti interferenti endocrini.
Di che pesticidi parliamo? Pan segnala di aver individuato:
- Neonicotinoidi: Acetamiprid, clothianidin, imidacloprid, thiacloprid e thiamethoxam. Tutti tranne l’acetamiprid sono vietati nel Regno Unito e nell’Ue a causa della minaccia che rappresentano per la salute delle api. Il tiacloprid è considerato cancerogeno per l’uomo.
- Imazalil: fungicida post-raccolta ampiamente utilizzato sugli agrumi durante lo stoccaggio e il trasporto. È classificato come cancerogeno e tossico per la riproduzione e lo sviluppo.
- 2,4-D: sostanza chimica interferente endocrina che ha dimostrato di avere legami con il cancro.
- Clorpirifos: si trova sull’uva ed è stato recentemente vietato nell’Ue. In numerosi studi epidemiologici, l’esposizione al clorpirifos durante la gravidanza o l’infanzia è stata collegata a un peso alla nascita inferiore e a cambiamenti neurologici come uno sviluppo motorio più lento e problemi di attenzione. Il clorpirifos è anche un sospetto interferente endocrino.
- Difenconazolo: si trova sulle fragole ed è un sospetto interferente endocrino oltre che possibile cancerogeno e tossico per riproduzione e sviluppo.
- Glifosato: il più noto, controverso e utilizzato di tutti gli erbicidi, collegato a vari tipi di cancro, difetti alla nascita e malattie renali.
Ogni frutta o verdura nell’elenco contiene due o più tipi di pesticidi, alcuni però arrivano a contenerne fino a 25. Come sempre, il livello dei singoli pesticidi è nei limiti di legge, ma il problema è che poco si sa dell’effetto che può avere la combinazione di più sostanze insieme, l’ormai noto e tanto discusso “cocktail di pesticidi” di cui ancora non si conoscono tutti i risvolti per la salute umana.
Nick Mole di PAN UK ha dichiarato:
Queste cifre evidenziano l’ampia gamma di sostanze chimiche a cui siamo esposti quotidianamente attraverso la nostra dieta. Mentre i limiti di sicurezza continuano a essere fissati per un solo pesticida alla volta, stanno crescendo le prove che le sostanze chimiche possono combinarsi per essere più tossiche, un fenomeno noto come effetto cocktail.
La soluzione? Spingere il più possibile affinché si prendano decisioni drastiche sull’utilizzo dei pesticidi e utilizzare maggiormente prodotti biologici ma, come ricorda la dottoressa Mole:
Quasi nessuno nel Regno Unito può permettersi finanziariamente o accedere a una dieta completamente biologica, ecco perché pubblichiamo la sporca dozzina, per aiutare i consumatori a dare la priorità a quali prodotti evitare.
Si raccomanda inoltre di acquistare dai paesi dell’UE e dal Regno Unito, perché le norme sui pesticidi sono comunque più restrittive che altrove.
L’analisi presentata ha però dei limiti, come segnalato dallo stesso Pan che scrive:
Sebbene questo test sia utile in una certa misura, fornisce solo un’istantanea nel tempo perché è incoerente e frammentario. Ad esempio, i pomodori potrebbero essere testati un anno e non il successivo e solo una piccola parte dei pomodori consumati nel Regno Unito viene testata. Allo stesso modo, la quantità limitata di campioni testati non riflette l’ampia gamma di prodotti disponibili per il pubblico del Regno Unito. Nel 2020 sono state testate solo sei varietà di frutta e quindici tipi di ortaggi. (…) dei 12 tipi di frutta e verdura della Dirty Dozen del 2019, il governo ha scelto di testarne solo tre nel 2020, ignorando tre quarti della produzione preoccupante dell’anno precedente.
Nonostante questo, ci sembra evidente che il problema dei pesticidi sia preoccupante e vada affrontato in modo serio anche perché, oltre a fare male alla nostra salute, l’utilizzo dei fitofarmaci danneggia l’ambiente e gli animali.
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Fonti: PAN / The Guardian
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