Appena due giorni fa i due colossi americani delle bevande gassate hanno annunciato di aver escluso dall'elenco degli ingredienti delle loro bevande il colorante 4-methylimidazole, etichettato come cancerogeno dallo Stato della California. Ma è davvero così pericolosa questa sostanza?
Il colorante rimosso recentemente dalla ricetta della Coca Cola e dalla Pepsi perché considerato cancerogeno , sembrerebbe meno pericoloso di quanto paventato dalle autorità californiane.
Appena due giorni fa i due colossi americani delle bevande gassate hanno annunciato di aver escluso dall’elenco degli ingredienti delle loro bevande il colorante 4-methylimidazole, etichettato come cancerogeno dallo Stato della California.
Ma è davvero così pericolosa questa sostanza?
Secondo alcuni scienziati sembrerebbe proprio di no. “Non c’è assolutamente alcun rischio per l’uomo” – ha commentato Alessandro Barelli, tossicologo del Centro antiveleni del Policlinico Gemelli di Roma, in riferimento alla decisione dello Stato della California di inserire nella lista delle sostanze cancerogene il colorante 4-methylimidazole, usato dalla Coca Cola e dalla Pepsi. E proprio in questi giorni i due colossi del beverage stanno provvedendo a modificare la formula delle loro bevande, per evitare di dover apporre una etichetta per avvertire i consumatori del “rischio cancro”. Proprio come avviene già per le sigarette.
Ma l’allarme è stato contestato anche dalla Food and Drug Administration (Fda), autorità statunitense che regolamenta il settore alimentare, secondo la quale per avere dei seri rischi alla salute da questa sostanza si dovrebbero bere circa 1.000 lattine di Coca Cola al giorno. La stessa quantità che gli studiosi hanno somministrato agli animali che hanno poi riscontrato un tumore.
Concetto ribadito dallo stesso Barelli: “Il colorante in questione, il 4-mei, si è dimostrato cancerogeno per i ratti, ma non c’è alcuna evidenza scientifica in tal senso sull’uomo“. Inoltre – come ha affermato lo stesso tossicologo – “si potrebbe eventualmente parlare di qualche tipo di rischio per la salute, anche se non strettamente o unicamente connesso a questo particolare colorante, solo se si consumassero tali bevande in dosaggi enormi, cioè in quantità non compatibili con dosaggi umani“. Di fatto – ha aggiunto lo scienziato – “sull’uomo non c’è alcuna prova di tossicità per le sostanze contenute nella Coca cola“.
E allora, perché questa polemica?
Secondo l’esperto si tratta di una strategia commerciale tra lobby, che non ha nulla a che fare con la salute dei cittadini.
“È una polemica che va avanti da alcuni mesi – ha detto il medico – ma le motivazioni che sono alla base sono “di tutt’altro genere. Questa è una battaglia commerciale, non certamente una battaglia sanitaria o per la salute del cittadino“.
E allora?
Secondo Barelli, “dal momento che non ci sono evidenze scientifiche a sostegno dell’ipotesi di tossicità di tale colorante sull’uomo, bene ha fatto la Fda a minimizzare in qualche modo l’allarme“.
Insomma, stando al giudizio degli esperti, il colorante 4-methylimidazole presente nella Coca Cola e nella Pepsi non provocherebbe il cancro. Resta comunque il fatto che si tratta di una sostanza artificiale (una delle tante presenti nelle lattine di Coca e Pepsi), che di certo non giova alla salute dell’uomo. In breve: se non possiamo farne a meno, riduciamo almeno il consumo di queste bevande che, a prescindere dal colorante in questione rappresentano uno dei peggiori cibi spazzatura dei nostri tempi.
Verdiana Amorosi