Uno studio mostra che il cambiamento nella dieta dei brasiliani a favore del consumo di alimenti trasformati ha portato svantaggi ambientali
Il consumo di alimenti ultra-processati è aumentato in tutto il mondo ed è stato correlato all’insorgenza di obesità e altre malattie. Tuttavia, si sa poco sugli effetti ambientali di tali alimenti e proprio su questo aspetto si è concentrata una nuova ricerca condotta in Brasile.
Lo studio, opera di un team della City University of London e dell’Università di San Paolo, ha valutato le tendenze temporali nelle emissioni di gas serra (GHGE), nell’impronta idrica e in quella ecologica degli acquisti di cibo nelle aree metropolitane brasiliane e come queste siano state influenzate dalla quantità di lavorazione fatta sui singoli alimenti.
Il periodo di tempo analizzato era molto ampio, si va dal 1985 al 2018, più di 30 anni durante i quali le abitudini alimentari si sono modificate e proprio il cambio di rotta verso un cibo più industriale e lavorato ha portato anche svantaggi sul piano ambientale (oltre che ovviamente su quello della salute).
Sono stati analizzati quattro gruppi distinti di alimenti, in base al loro contenuto di additivi e alla quantità di lavorazione subita (da “non trasformati” a “ultralavorati”). I ricercatori hanno adottato la classificazione NOVA che si concentra sugli aspetti della lavorazione del cibo e non sui valori nutrizionali.
Lo studio ha notato che il consumo di alimenti minimamente trasformati o non trasformati come frutta e verdura è andato gradualmente a diminuire negli anni tra i brasiliani, a favore di cibi ultralavorati.
E proprio l’aumento nel consumo di alimenti trasformati ha portato, secondo lo studio, ad un incremento di emissioni di gas serra e ha avuto un impatto negativo sull’impronta idrica e su quella ecologica.
Si è visto infatti che proprio alimenti come zuppe pronte, salumi ma soprattutto salsicce, bibite gassate e cibi precotti, hanno un forte impatto ambientale.
Come scrivono gli autori nello studio:
Gli effetti ambientali della dieta brasiliana sono aumentati negli ultimi tre decenni insieme all’aumento degli effetti degli alimenti ultra-elaborati. Ciò significa che i modelli alimentari in Brasile stanno diventando potenzialmente più dannosi per la salute umana e planetaria. Pertanto, sarebbe necessario un cambiamento nella tendenza attuale per migliorare i sistemi alimentari sani e sostenibili.
Più nello specifico, nell’arco dei 30 anni studiati, i cambiamenti nella dieta hanno portato ad un aumento del 21% del contributo del settore alle emissioni di gas serra, del 22% dell’impronta idrica e del 17% dell’impronta ecologica.
Come ha dichiarato Christian Reynolds, docente della City University di Londra:
Per la nostra salute e sostenibilità, gli alimenti ultra-elaborati sono già un problema enorme e in crescita… I nostri risultati suggeriscono che le malattie legate all’alimentazione e il cambiamento climatico condividono un driver di fondo e, pertanto, dovrebbero essere affrontati contemporaneamente.
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Fonte: The Lancet
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