Un nuovo studio dimostra come una dieta sana possa prevenire infiammazioni e arrossamenti, grazie all'assunzione di un particolare amminoacido
Non basta mai ripetere che un’alimentazione completa e varia permette di prevenire malattie e curare i piccoli problemi di ogni giorno. Un nuovo studio, ad esempio, dimostra come una dieta sana possa prevenire infiammazioni e arrossamenti.
Esistono molti tipi di infiammazioni e arrossamenti che possono rivelarsi più o meno fastidiosi e avere effetti anche gravi sulla nostra salute nel lungo periodo. Ad esempio, mentre un’infiammazione acuta (quella che osserviamo quando una piccola ferita si gonfia e si arrossa, ma solo per un breve periodo di tempo) si sviluppa come forma di difesa e protezione per il corpo stesso, altri tipi di infiammazione possono arrecare molti danni se non correttamente medicate. È la cosiddetta infiammazione cronica, che persiste nel tempo e che può portare a problemi di salute più gravi.
Ora un nuovo studio dimostra che livelli di triptofano troppo bassi nel sangue possono contribuire all’aumento delle infiammazioni cutanee. Il triptofano è un amminoacido in grado di influenzare l’abilità della pancia di proteggere contro le infiammazioni: livelli troppo bassi di questa sostanza, infatti, danneggiano la salute dell’intestino e causano infiammazioni – soprattutto con l’avanzare dell’età.
Il nostro organismo non è in grado di sintetizzare questo amminoacido, pertanto è necessario assumerlo dall’esterno, grazie a una sana ed equilibrata alimentazione. Di solito viene assunto mangiando alimenti come pollame e uova; assumerlo invece nell’ambito di una dieta a base vegetale, attraverso alimenti come la soia o i semi di zucca e di girasole (alimenti sani e poco processati artificialmente), favorisce non solo un maggior e più efficace assorbimento di questa sostanza, ma contribuisce anche a migliorare la salute dell’intestino e della pelle.
(Leggi anche: I semi della salute: sesamo, lino, girasole e zucca)
Ancor più sbagliato pensare di assumere il triptofano attraverso integratori e supplementi alimentari. Gli integratori, infatti, possono avere effetti negativi – quali mal di stomaco, diarrea, nausea, vomito, perdita di appetito, mal di testa, secchezza delle fauci. Inoltre, i supplementi alimentari a base di triptofano possono interferire con altri trattamenti medici, quindi è bene consultare il proprio medico prima di acquistarli ed eventualmente assumerli.
Contribuire a ridurre le infiammazioni non è l’unico effetto positivo dell’assunzione di triptofano. Questo amminoacido, infatti, quando viene convertito in niacina (vitamina B3) dal nostro corpo, contribuisce ad aumentare i livelli di serotonina nel sangue, migliorando il nostro umore e diminuendo ansia e stress – ciò avviene, tuttavia, se vengono assunte anche le vitamine B6 e B12, nonché un buon livello di ferro.
Fonte: MDPI
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