Kellogg ha pagato pediatri, dietisti e professori per promuovere i cereali per la colazione. Gli esperti del Breakfast Council di Kellogg non sono per nulla indipendenti. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Associated Press.
Kellogg ha pagato pediatri, dietisti e professori per promuovere i cereali per la colazione. Gli esperti del Breakfast Council di Kellogg’s non sono per nulla indipendenti. È quanto emerge da un’indagine dell’Associated Press.
Sul proprio sito web Kellogg ha voluto evidenziare una sezione chiamata Breakfast Council, descrivendola come formata da esperti indipendenti, pronti ad aiutare l’aziende nel proprio impegno nutrizionale.
I cosiddetti esperti indipendenti sono stati pagati dalla multinazionale in media 13 mila euro all’anno. Kellogg ha proibito loro di partecipare a iniziative sui media e social media che promuovessero prodotti competitivi o un’immagine negativa dei cereali.
Il Breakfast Council di Kellogg, che esiste dal 2011, si è impegnato a pubblicizzare i cereali per la colazione sui social network con frasi e fotografie.
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Kellogg si è servita del Breakfast Council per promuovere incontri di educazione continua per i dietisti, per pubblicare articoli accademici sulla colazione e per cercare di influenzare le linee guida sull’alimentazione del Governo Usa.
Il Breakfast Council include un professore di nutrizione, un pediatra e dei dietisti. Dato che Kellogg ha descritto tali esperti come ‘indipendenti’, il pubblico non poteva pensare che l’azienda li pagasse profumatamente per promuovere il consumo di cereali per la colazione. Non tutti sono pronti a cogliere questi conflitti d’interesse.
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Kellogg suggeriva agli esperti ‘indipendenti’ le frasi da pubblicare su Twitter e come rispondere in caso di attacchi da parte degli utenti. La comunicazione degli esperti con il pubblico dei consumatori non era libera, faceva parte di un accordo economico. In precedenza casi simili di partecipazione di esperti compiacenti alla promozione dei prodotti hanno riguardato multinazionali come PepsiCo e Coca Cola.
Un ex membro – pentito? – del Breakfast Council di Kellogg ha dichiarato che avrebbe dovuto indicare i Twitter pubblicati per favorire l’azienda come ‘sponsorizzati’ ma non lo ha fatto ed ora è troppo tardi.
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L’azienda che grazie ad un simile stratagemma ha forse assistito ad un incremento delle vendite ora potrebbe subire un calo se i consumatori comprenderanno la situazione. Già in precedenza Kellogg è stata posta sotto accusa per l’eccessivo contenuto di zucchero raffinato presente nei prodotti pubblicizzati come salutari per la colazione dei bambini.
I consumatori non devono mai farsi ingannare dagli slogan che indicano come salutare un prodotto industriale piuttosto dubbio. Del resto, se proprio si vogliono scegliere dei cereali per fare colazione, esistono alternative decisamente migliori, come i fiocchi di cereali al naturale senza zuccheri o additivi aggiunti.
Marta Albè