Verdiana Amorosi Chi beve caffè vive più a lungo. Lo ha rivelato un gruppo di ricercatori americani del National Cancer Institute di Rockville in uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine".
Chi beve caffè vive più a lungo. Lo ha rivelato un gruppo di ricercatori americani del National Cancer Institute di Rockville in uno studio pubblicato sul “New England Journal of Medicine“.
L’analisi – condotta su un campione di oltre 400.000 persone – ha permesso agli scienziati di affermare che chi consuma regolarmente da 2 a 6 tazzine di caffè al giorno vede ridurre il rischio di morte derivante da malattie cardiache o respiratorie, ictus, ferite o infezioni e tende quindi a vivere più a lungo di coloro che non hanno l’abitudine di consumare questa bevanda.
La ricerca – coordinata dallo scienziato da Neal Freedman e durata parecchi anni – è iniziata con un questionario a tutti i partecipanti, che hanno risposto a domande sul proprio stile di vita e sulle abitudini alimentari, in seguito gli studiosi americani hanno consultato e confrontato i dati dei registri nazionali di tutti gli istituti di ricerca sul cancro presenti negli Stati Uniti, per studiare e tenere sotto controllo tutti i decessi avvenuti nel periodo del monitoraggio e tutte le cause di morte avvenute nel corso degli anni.
Tutto questo – attraverso gli opportuni calcoli – ha permesso agli esperti di trarre le conclusioni, che evidenziano come negli uomini il consumo di caffè sia in grado di ridurre il rischio di morte del 10% rispetto ai coetanei che non lo bevono, mentre nelle donne la percentuale sale addirittura al 16.
Ma perché il caffè farebbe così bene all’organismo umano?
In effetti, non è la prima volta che il caffè viene incluso tra le sostanze preziose per la salute umana: molti studi hanno evidenziato le sue proprietà benefiche sul fegato, contro il diabete, il tumore al seno, le malattie neuro-degenerative come l’Alzheimer, ma il motivo ancora non si conosce!
Non dimentichiamo infatti che la bevanda più amata dagli italiani contiene al suo interno più di 1000 sostanze, che andrebbero testate singolarmente, per capirne i benefici sul nostro organismo.
Verdiana Amorosi
Qui il link allo studio originale
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