Il consumo regolare di caffè o di altre bevande con presenza di caffeina contribuisce a sopportare meglio il dolore. Il nuovo studio.
Più caffè, meno dolore: un maggiore consumo abituale di caffeina sarebbe correlato a una minore sensibilità alla sofferenza fisica. La caffeina è già utilizzata nei trattamenti di dolore acuto (è per esempio un ingrediente di alcuni farmaci per il mal di testa), ma un suo maggior consumo nella dieta farebbe provare meno dolore alle persone?
A questa domanda hanno tentato di rispondere alcuni psicologi guidati da Burel Goodin dell’University of Alabama a Birmingham, arrivando a una conclusione: il consumo regolare di caffè o di altre bevande con presenza di caffeina contribuisce a sopportare meglio il dolore e ad alzare la soglia di tolleranza.
“La sostanza psicoattiva più consumata al mondo”, come definiscono la caffeina i ricercatori dell’UAB nell’articolo pubblicato sulla rivista Psychopharmacology, sarebbe da associare anche a una soglia più alta di dolore. Non solo, quindi, utile per proteggere il cuore o per ridurre il rischio diabete, il caffè sarebbe una manna anche per chi non sopporta il dolore.
Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno reclutato 62 partecipanti di età compresa tra i 19 e i 77 anni e hanno chiesto loro di registrare il consumo giornaliero di caffeina per sette giorni. Hanno così stimato per tutto il campione un consumo medio di caffeina di 170 milligrammi al giorno (il più alto era 643,6 milligrammi al giorno), pari a circa due tazzine di caffè, anche se il 15% dei partecipanti consumasse oltre 400 milligrammi al giorno di caffeina. Gli studioso hanno poi condotto un classico test per misurare la soglia individuale del dolore: i volontari venivano stimolati sull’avambraccio con applicazione di calore e pressione a intensità crescenti e decrescenti e veniva chiesto loro di dire quando il dolore era insopportabile e quando tornava a essere un fastidio tollerabile.
Ebbene, è venuto fuori che, pur tenendo conto di altri fattori che possono influenzare la soglia del dolore, come il consumo di alcolici o il fumo, la capacità di sopportazione individuale cresce al crescere del consumo giornaliero di caffeina.
Precedenti studi avevano già dimostrato che la caffeina blocca i recettori per il neurotrasmettitore adenosina, che interferisce con la segnalazione del dolore. Questo studio “fornisce nuove prove che suggeriscono che maggiori livelli di consumo abituale di caffeina nella dieta possono alterare il nocicettivo [il processo in base al quale uno stimolo lesivo è percepito a livello periferico dai nocicettori (terminazioni nervose periferiche)] dell’elaborazione dei segnali del dolore”, scrivono gli autori.
Sono necessari ulteriori studi, notano, per capire per esempio il livello di tolleranza alla caffeina dovuta all’uso regolare. Intanto, il caffè resta una piacevole abitudine che, se limitata a poche tazzine al giorno, non può che sollevarci quanto meno d’umore! Ecco 3 pro e 3 contro di una tazza di caffè!
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Germana Carillo