Una recente ricerca ha dimostrato che la birra può avere effetti benefici sulla salute intestinale grazie ai composti in essa presenti, che potrebbe aiutare lo sviluppo dei cosiddetti batteri buoni
Buone notizie per gli amanti della birra: uno studio ha appena individuato un effetto benefico se bevuta in piccole quantità sul nostro secondo cervello.
Il microbioma intestinale è un ecosistema intricato composto da trilioni di microrganismi, che vivono nel nostro sistema digestivo, e ha un profondo effetto su vari aspetti della nostra salute.
Non è semplicemente coinvolto nella digestione, ma svolge un ruolo nell’immunità, nel metabolismo e persino sul benessere mentale. La composizione e la diversità di questo microbioma possono avere effetti duraturi sulla salute e sulle malattie.
Ora un nuovo studio ha dimostrato una connessione tra questo e la birra; infatti, al di là dei suoi piaceri ricreativi, la birra si sta rivelando un potenziale alleato per la nostra salute, in particolare per quanto riguarda il microbioma intestinale.
La ricerca pubblicata su Frontiers of Nutrition ha svelato, quindi, l’esistenza di un’affascinante relazione tra consumo di birra e salute dell’intestino.
Lo studio
Lo studio esplora come i vari componenti della birra possono influenzare il microbioma intestinale, portando a una potenziale immunomodulazione.
La birra contiene substrati fenolici che, dopo il metabolismo, producono metaboliti aromatici. Questi composti hanno dimostrato la capacità di inibire la crescita dei batteri nocivi senza intaccare quelli benefici. Lo studio evidenzia come questi metaboliti aromatici possano colpire selettivamente batteri come Clostridium perfrigens e Clostridium difficile.
È stato scoperto che i flavonoli specifici presenti nella birra inducono anche la crescita di batteri amici come Lactobacillus e Bifidobacterium. Inoltre, questi sono stati collegati alla diminuzione dei marcatori di infiammazione, evidenziando i potenziali benefici immunologici della birra.
Un aspetto interessante della ricerca è stato lo studio della birra analcolica, che ha dimostrato un aumento del numero di specifiche specie batteriche benefiche.
Ciò ha portato ad alterazioni nel metabolismo del glucosio e nella sintesi della fenilalanina nell’intestino, aprendo le porte a potenziali applicazioni terapeutiche.
Questa scoperta potrebbe avere implicazioni promettenti per la gestione di patologie come la steatosi epatica non alcolica.
Lo studio ha inoltre approfondito la conversione dell’acido ellagico presente nella birra in urolitina. Questo processo ha portato alla potenziale riduzione dell’infiammazione neuronale, offrendo prospettive entusiasmanti per condizioni come il morbo di Alzheimer.
La scoperta che la birra può influenzare il microbioma intestinale, portando a una potenziale immunomodulazione, è una testimonianza della natura multiforme della birra.
Mentre la scienza continua a esplorare questa complessa relazione, la prossima volta che prendi quella pinta, ricorda che non stai solo concedendoti una birra gustosa, ma stai anche potenzialmente nutrendo il tuo intestino.
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Fonte: Frontiers in Nutrition
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