Hai mai bevuto una birra blu? Arriva quella fatta con la spirulina ed è più buona di quello che pensi

Un birraio francese ha iniziato a utilizzare l'alga spirulina con un pigmento naturale per cambiare il colore della birra e farla diventare...blu!

Da oggi è possibile bere birra e migliorare la salute! È il caso della birra francese “Line”, una IPA blu che contiene l’alga spirulina, considerata un super alimento dai tanti benefici. Il prodotto è il risultato di una collaborazione tra un’azienda, che coltiva e vende la spirulina come integratore alimentare, e un birrificio artigianale, che vuole rendere più particolare la sua bevanda. (Leggi anche: Alga spirulina: proprietà, usi e dove trovarla)

La parte della spirulina che conferisce alla birra il suo colore blu è chiamata ficocianina e viene aggiunta alla birra durante il processo di produzione. Dopo diversi test, il birrificio ha trovato una miscela che ha soddisfatto i gusti: l’aggiunta di ficocianina ha solo cambiato il colore della birra, non il sapore:

È abbastanza sorprendente, perché dal momento che è blu, il nostro cervello si aspetta alcune note, ma no, abbiamo davvero qui una IPA, una birra molto leggera, e i sapori della birra si manifestano davvero. Possiamo degustare che ha una gradazione alcolica leggera, con un gusto abbastanza luppolato con lievi note di agrumi, e come retrogusto, c’è un leggero sapore di litchi. È abbastanza rinfrescante.

ha commentato Mathilde Vanmansart, lavoratrice del birrificio.

Una birra buona e sana! La spirulina infatti è utilizzata per la preparazione di integratori naturali dall’effetto depurativo e disintossicante. Xavier Delannoyx, proprietario dell’azienda che coltiva questa alga in partnership e non lontano dal birrificio, ha raccontato:

Qui abbiamo la spirulina, una microalga – un cianobatterio microscopico – possiamo osservare che l’acqua è verde. Devi guardare attraverso un microscopio per andare oltre e vedere davvero la sua forma a spirale. La spirulina, che usiamo come integratore alimentare è salutare.

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