L'EFSA aggiorna la valutazione della sicurezza del biossido di titanio a seguito di una richiesta della Commissione europea del marzo 2020.
Impiegato come sbiancante in dolci e caramelle, ma anche in molti prodotti da forno, nei brodi e nelle salse pronte per neonati, oltre a creme spalmabili e a frutta secca trasformata, il biossido di titanio, anche noto, come E171 o TiO2, è un additivo alimentare (tutt’ora in uso) che non si può più considerare sicuro. Arriva finalmente il parere dell’Efsa, ora serve solo una legge a livello europeo.
Dopo che già la Francia aveva deciso di metterlo temporaneamente al bando, ora l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare aggiorna la propria valutazione della sicurezza del biossido di titanio a seguito di una richiesta della Commissione europea del marzo 2020.
La nuova valutazione ha rivisto i risultati della precedente valutazione dell’Efsa pubblicata nel 2016, che aveva evidenziato la necessità di ulteriori ricerche per colmare alcune lacune nei dati.
“Tenuto conto di tutti gli studi e i dati scientifici disponibili, il gruppo scientifico ha concluso che il biossido di titanio non può più essere considerato sicuro come additivo alimentare. Un elemento fondamentale per giungere a tale conclusione è che non abbiamo potuto escludere timori in termini di genotossicità connessi all’ingestione di particelle di biossido di titanio. Dopo l’ingestione l’assorbimento di particelle di biossido di titanio è basso, tuttavia esse possono accumularsi nell’organismo umano“, dice Maged Younes, presidente del gruppo di esperti EFSA sugli additivi e aromatizzanti alimentari (gruppo FAF).
La valutazione è stata condotta prendendo in considerazione diverse migliaia di studi emersi dopo la precedente valutazione dell’Efesa del 2016, comprese nuove evidenze scientifiche e dati sulle nanoparticelle e applicando per la prima volta la guida del comitato scientifico EFSA del 2018 sulle nanotecnologie alla valutazione della sicurezza degli additivi alimentari. Il biossido di titanio (E 171) contiene al massimo il 50% di particelle della gamma nano (cioè meno di 100 nanometri) a cui i consumatori potrebbero essere esposti.
Valutazione della genotossicità
La genotossicità è la capacità di una sostanza chimica di danneggiare il DNA, il materiale genetico delle cellule. Poiché la genotossicità può avere effetti cancerogeni, è essenziale valutare il potenziale effetto genotossico di una sostanza per trarre conclusioni sulla sua sicurezza.
“Anche se le evidenze di effetti tossici in genere non sono state conclusive, sulla scorta di nuovi dati e metodi ancora più solidi non abbiamo potuto escludere timori di genotossicità e, di conseguenza, non abbiamo potuto stabilire un livello di sicurezza per l’assunzione quotidiana di questo additivo alimentare“, spiega Matthew Wright, membro del gruppo di esperti scientifici FAF e presidente del gruppo di lavoro EFSA sull’E171
I gestori del rischio presso la Commissione europea e gli Stati membri dell’UE, si legge nella nota, sono stati informati delle conclusioni dell’EFSA e rifletteranno sulle misure appropriate da assumere per garantire la tutela dei consumatori.
Fonte: EFSA
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