Tante persone si avvicinano al biologico per motivi ambientali, etici o per migliorare il proprio stato di benessere. Ma quali sono effettivamente i vantaggi per la salute di mangiare bio?
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Tante persone si avvicinano al biologico per motivi ambientali, etici o per migliorare il proprio stato di benessere. Ma quali sono effettivamente i vantaggi per la salute di mangiare bio?
L’industria alimentare del biologico tende a crescere un po’ in tutto il mondo e tante persone si avvicinano a quello che è considerato un cibo più naturale dato che si produce senza utilizzare sostanze chimiche e rispettando i cicli della terra. Anche gli allevamenti biologici, per chi mangia carne o derivati, offrono indubbiamente dei prodotti migliori. Questo ha ovviamente vantaggi anche per la nostra salute in quanto a prescindere dai valori nutrizionali nei prodotti biologici si è sicuri (truffe permettendo) di avere prodotti senza OGM, senza pesticidi o ormoni. Proviamo ad elencare, ricerche scientifiche alla mano, i vantaggi di scegliere biologico.
Evitiamo (almeno in parte) l’esposizione a pesticidi e metalli pesanti
Frutta e verdura biologiche sono coltivate senza l’uso di pesticidi sintetici o fertilizzanti artificiali. Queste sostanze chimiche sono state considerate “sicure” nei quantitativi utilizzati per l’agricoltura convenzionale, ma gli esperti di salute avvertono sui potenziali danni che in realtà possono fare se l’esposizione è costante e soprattutto su alcune categorie di persone come bambini e donne incinte. Un esempio che tutti conosciamo è il Roundup, il noto erbicida comunemente utilizzato ma classificato come “probabile cancerogeno” ma anche il Clorpirifos, insetticida neurotossico associato a ritardi nello sviluppo dei neonati. Alcuni studi hanno anche suggerito che i residui di antiparassitari, ai livelli comunemente presenti nell’urina dei bambini negli Stati Uniti, possono contribuire alla all’aumento di disturbi di attenzione e iperattività oltre che ridurre qualità degli spermatozoi negli uomini.
Una meta-analisi del 2014 pubblicata sul British Journal of Nutrition ha scoperto che le coltivazioni biologiche non solo avevano meno probabilità di contenere pesticidi ma, a causa delle differenze nelle tecniche di fertilizzazione, avevano anche meno probabilità di essere positive al cadmio, metallo pesante tossico che si accumula nel fegato e nei reni.
Più grassi sani
Per quanto riguarda la carne e il latte, prodotti secondo i dettami del biologico, questi possono avere circa il 50% in più di preziosi acidi grassi Omega-3 rispetto ai prodotti convenzionali. A dirlo uno studio del 2016 pubblicato sul British Journal of Nutrition. Il latte biologico testato nello studio ha anche rilevato una minore presenza di grassi saturi rispetto ai prodotti standard.
Queste differenze, a detta dei ricercatori, possono derivare dal modo in cui il bestiame è allevato, soprattutto grazie ad una dieta a base di erba e alla possibilità per gli animali di trascorrere più tempo all’aperto. Si sostiene inoltre che il passaggio da prodotti convenzionali a prodotti biologici aumenterebbe l’assunzione di Omega-3 dei consumatori senza aumentare le calorie complessive oi grassi saturi.
Nessun antibiotico o ormone di sintesi
Parlando sempre degli allevamenti biologici, è da notare come sia vietato utilizzare antibiotici in fase preventiva per proteggere gli animali da eventuali malattie. Questo escamotage, tra l’altro, è proprio quello che consente agli allevamenti tradizionali di tenere gli animali molto vicini tra loro, in situazione di sovraffollamento e di conseguenza in condizioni sanitarie precarie (se appunto non si utilizzano gli antibiotici che mettono al sicuro da vere e proprie epidemie). Tra l’altro questa pratica di utilizzare gli antibiotici in maniera indiscriminata sta contribuendo ad un fenomeno molto grave quella della resistenza e mutazione di alcuni batteri che diventano appunto “resistenti” ai farmaci che prima invece contribuivano a debellarli.
Gli animali allevati in maniera convenzionale possono anche essere sottoposti a crescita maggiore grazie ad ormoni sintetici che gli fanno prendere peso più velocemente o produrre più latte. Tracce di queste sostanze si possono ovviamente ritrovare nei prodotti di origine animale che consumiamo se non sono biologici.
Più antiossidanti (in alcuni casi)
In uno studio di qualche anno fa comparso sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, i ricercatori hanno scoperto che le cipolle di provenienza biologica avevano circa un 20% di contenuto di antiossidante in più rispetto alle cipolle coltivate in maniera tradizionale. Essi hanno inoltre teorizzato che le analisi precedenti, molte delle quali non hanno trovato differenze nei livelli convenzionali rispetto agli antiossidanti biologici, potrebbero essere state ostacolate da periodi di valutazione troppo brevi o da variabili confuse come il tempo.
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Ma i motivi per cui scegliere biologico sono anche altri e non riguardano solo la nostra salute. I vantaggi vanno infatti ben al di là del discorso nutrizionale. Si tratta di una scelta principalmente etica, sia per i fattori ambientali (le coltivazioni biologiche non sono intensive, non utilizzano pesticidi dannosi per la terra e salvaguardano la biodiversità) che per il benessere animale (gli allevamenti biologici, almeno sulla carta, sono un po’ più sostenibili in quanto gli animali oltre a ricevere un’alimentazione bio hanno anche maggiori spazi vitali).
Fondamentale anche ricordare che il concetto di biologico è diametralmente opposto a quello di OGM e che quindi scegliendo di mangiare bio prendiamo una posizione ben precisa riguardo agli alimenti geneticamente modificati.
Francesca Biagioli