Mangiare biologico non riduce il rischio di cancro?

Mangiare bio non riduce il rischio di cancro nelle donne. Ecco le conclusioni di uno studio pubblicato in proposito dal British Journal of Cancer. I ricercatori dell’Università di Oxford non hanno individuato prove scientifiche che dimostrino che seguire con regolarità una dieta bio riduca il rischio globale di cancro nelle donne.

Mangiare bio non riduce il rischio di cancro nelle donne. Ecco le conclusioni di uno studio pubblicato in proposito dal British Journal of Cancer. I ricercatori dell’Università di Oxford non hanno individuato prove scientifiche che dimostrino che seguire con regolarità una dieta bio riduca il rischio globale di cancro nelle donne.

I ricercatori hanno domandato a circa 600 mila donne dai 50 anni in su – scelte tra le partecipanti del Million Women Study – se consumassero prodotti bio. Hanno dunque tenuto traccia dello sviluppo delle 16 più comuni tipologie di cancro nei 9 anni successivi al sondaggio. In questo lasso di tempo, circa 50 mila donne hanno sviluppato il cancro.

Le analisi degli scienziati non hanno individuato alcuna differenza significativa del rischio complessivo di cancro tra le 180 mila donne che hanno dichiarato di non aver mai consumato prodotti bio e le 45 mila che li sceglievano sempre o molto spesso.

Dalle osservazioni dei risultati ottenuti, i ricercatori hanno notato un leggero incremento del rischio di cancro al seno e una riduzione del rischio di linfoma non-Hodgkin nelle donne che mangiavano soprattutto prodotti bio. In ogni caso, come evidenziato dagli stessi esperti, questi risultati potrebbero essere legati alla casualità o ad altri fattori.

Secondo il professor Tim Key, uno degli autori dello studio, saranno necessarie ulteriori ricerche per confermare i risultati ottenuti e una possibile riduzione del rischio di linfoma non Hodgkin grazie ad una dieta bio. Gli esperti suggeriscono comunque, a coloro che consumano prodotti convenzionali, di lavare sempre molto bene frutta e verdura per rimuovere i residui di pesticidi, nel caso in cui si sia preoccupati di un loro eventuale effetto negativo sulla salute.

Inoltre, gli scienziati hanno sottolineato che oltre il 9% dei casi di cancro nel Regno Unito potrebbe essere legato all’alimentazione e che almeno il 5% di essi sarebbe dovuto ad uno scarso consumo di frutta e verdura. Suggeriscono, in conclusione, che una dieta ricca di frutta e verdura – biologica o no – può aiutare a ridurre il rischio di cancro.

È noto che, in linea generale, le caratteristiche nutrizionali di un prodotto biologico rispetto all’equivalente convenzionale non cambiano. Un pomodoro è sempre un pomodoro, insomma – anche se, secondo una ricerca dello scorso anno, i pomodori bio sarebbero più ricchi di vitamina C e licopene.

Tralasciando il discorso delle sostanze nutritive contenute negli alimenti, i prodotti bio presentano in ogni caso vantaggi da non sottovalutare. Nel biologico autentico sono assenti sia Ogm che residui di pesticidi, i cui rischi per la salute e per l’ambiente non sono ancora stati valutati in maniera sufficientemente approfondita. Di conseguenza, non sarà di certo l’ennesima ricerca a minare il valore complessivo del biologico.

Ciò su cui il mondo scientifico si dovrebbe realmente concentrare è rappresentato dai reali effetti sulla salute dell’accumulo di residui di pesticidi nell’organismo e dagli stili alimentari e di vita che possono provocare un aumento del rischio di cancro, accanto ai numerosi ulteriori fattori che possono portare alla comparsa di una tanto grave malattia.

Marta Albè

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