Quando un prodotto è davvero biologico? Per riconoscerlo ci siamo sempre affidati al logo europeo presente sulle confezioni. Quella fogliolina a stelle verdi ci dava sicurezza, fin dal primo giorno in cui a luglio del 2010 è stata introdotta obbligatoriamente. Ma la maxitruffa dei prodotti biologici contraffatti dello scorso mese, denominata Gatto con gli stivali ha fatto vacillare la fiducia dei consumatori nonostante le rassicurazioni degli operatori del settore onesti.
Quando un prodotto è davvero biologico? Per riconoscerlo ci siamo sempre affidati al logo europeo presente sulle confezioni. Quella fogliolina a stelle verdi ci dava sicurezza, fin dal primo giorno in cui a luglio del 2010 è stata introdotta obbligatoriamente. Ma la maxitruffa dei prodotti biologici contraffatti dello scorso mese, denominata “Gatto con gli stivali” ha fatto vacillare la fiducia dei consumatori nonostante le rassicurazioni degli operatori del settore onesti.
Per questo un gruppo di ricercatori europei sta mettendo a punto una sorta di “impronta digitale analitica” dei prodotti bio in grado di identificare “il vero biologico rispetto ai tentativi di frode“. Coordinato dall’Università di Copenhagen, il progetto transnazionale denominato “AuthenticFood” vede in campo la collaborazione italiana della Fondazione Edmund Mach, dell’AIAB e di Bios impegnati già da novembre a contribuire alla creazione di un sistema di controllo capace di amalgamare le diverse competenze analitiche, agronomiche e di controllo per rendere più sicuro il biologico.
Come spiega AIAB in un comunicato stampa, nel progetto AuthenitcFood – cofinanziato dal programma CORE Organic II, parte dell FP7 ERA-NET project: “Coordination of European Transnational Research in Organic Food and Farming Systems” a cui collaboreranno anche 16 partners internazionali di 11 Paesi europei verranno presi in considerazione “alcuni prodotti biologici vegetali (in particolare pomodoro, cereali e derivati) e completato lo sviluppo di una serie di metodi analitici tra i più promettenti ed innovativi per l’autenticazione dei prodotti alimentari di origine vegetale. Lo scopo principale del progetto è mettere a punto degli strumenti che permettano di rafforzare l’affidabilità dei prodotti bio e che garantiscano ulteriormente i consumatori ma anche gli utilizzatori di materie prime, quali i mulini, i mangimifici, i produttori di passate ecc.”
Ma quali saranno gli strumenti utilizzati? Si tratterà essenzialmente di strumenti analitici combinati attraverso tecniche statistiche multivariate che includono “metodiche di analisi dei residui di fitofarmaci, dei rapporti tra isotopi stabili di diversi elementi e del profilo minerale e metabolomico”. Il tutto declinato e armonizzato a seconda delle varianti intervenienti come clima, varietà, specie o tipo di trasformazione.
“Il mercato del bio è in costante e solida crescita e questo ha attratto anche l’attenzione di società ed individui disonesti che hanno trovato la via tra le maglie del sistema di controllo per commercializzare fraudolentemente grandi quantità di derrate convenzionali con falsi certificati di biologico – afferma AIAB – La recente azione della Guardia di Finanzia, denominata “gatto con gli stivali” rende ancora più attuale il progetto e fruibili i risultati, proprio sulle filiere su cui si lavorerà in Italia: grano duro-semola-pasta e pomodoro-salsa. È ovvio che i metodi analitici non potranno sostituire le serie procedure di ispezione e certificazione, ma di certo potranno risultarne utile complemento sia per gli enti di certificazione che per le autorità deputate al controllo ed anche per le aziende che acquistano materie prime su mercati internazionali”.