Batterio killer E.coli: i test scagionano anche i germogli di soia…e l’agricoltura biologica

Neanche la soia è responsabile della diffusione dell'entrobatterio E.Coli. Ma allora da dove proviene? perchè non si prende in considerazione l'ipotesi di Food Inc degli allevamenti intensivi?

Ancora un buco nell’acqua. Dopo la quasi certezza delle autorità tedesche che il batterio killer si trovasse nei germogli di soia, gli esami svolti hanno smentito che il possibile focolaio si trovasse nella soia, com’era già successo per i cetrioli provenienti dalla Spagna.

Il Ministro dell’Agricoltura tedesco, Ilse Aigner, tuttavia, non è ancora convinto che la soia sia davvero innocente, e invita ad indagare ancora: “E‘ una pista importante che deve essere seguita con forza”. Nel frattempo, il ministero continua a consigliare di evitare il consumo di verdure, germogli di cereali e legumi crudi. Anche il nostro Ministro della Salute ha fornito un vademecum contro l’Escherichia Coli.

La situazione adesso è in una fase di stallo. Via i cetrioli, via la soia, ma quale sarà la reale causa dei 22 decessi registrati fino ad oggi e delle 1601 infezioni in Germania?

Intanto, domani la Commissione Europea si riunirà a Lussemburgo per un consiglio straordinario collegato proprio con l’epidemia di E.Coli per discutere le misure da prendere per far fronte al contagio. L’Ue inoltre ha annunciato che tenterà di risarcire in qualche modo i produttori di ortofrutta europei, duramente colpiti dai timori ormai diffusi tra la gente. “Ovunque in Europa si è verificata una diminuzione del consumo della verdura” ha commentato il portavoce della Commissione, Roger Waite.

È intervenuto anche il commissario alla Sanità dell’Ue, John Dalli durante una conferenza stampa tenuta al termine del consiglio dei ministri della Sanità: “Ieri le autorità tedesche hanno evidenziato un legame con i germogli, ma parte dei test sono risultati negativi, domani ci saranno nuovi risultati. L’epicentro – continua – è nell’area di Amburgo, l’epidemia riguarda 11 Stati membri ma tutti i casi sono riconducibili alla Germania. La gravità della situazione è stata confermata dal ministro della Sanità ungherese Miklos Rethelyi, presidente di turno del consiglio il quale ha confermato che gli aspetti economici della situazione saranno oggetto della riunione straordinaria del consiglio dei ministri dell’Agricoltura convocato per la giornata odierna.

Smontata anche l’ipotesi che l’epidemia di E. Coli che ad oggi ha causato 22 vittime e oltre 2 mila contagi in Europa sia stata originata dai germogli di soia biologici prodotti da un’azienda tedesca della Bassa Sassonia, restiamo sconcertati dalla leggerezza con la quale le istituzioni tedesche stanno indicando in alcuni produttori agricoli europei i presunti ‘vettori’ dell’infezione, senza la minima preoccupazione delle conseguenze economiche e sociali delle inesatte informazioni diffuse”. È il commento di Andrea Ferrante, presidente nazionale dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB) sull’epidemia di E. Coli

Ribadendo che né i cetrioli provenienti da un’azienda biologica spagnola inizialmente incriminati quali portatori del batterio, né i germogli di soia bio prodotti dall’azienda tedesca indicati successivamente come vettori sono all’origine dell’epidemia – prosegue Ferranterisulta del tutto evidente quanto sia efficiente e sicuro il sistema di tracciabilità di tutta la filiera imposto dalla certificazione biologica. Un sistema tanto efficiente che ha permesso di individuare subito le aziende produttrici delle verdure erroneamente ritenute all’origine dell’epidemia. Una volta di più, quindi, si conferma la sicurezza della filiera biologica. Ci auguriamo che ora si proceda in modo più serio e ponderato all’individuazione delle cause dell’epidemia e che l’Europa stabilisca adeguati risarcimenti per gli agricoltori ingiustamente accusati e così gravemente danneggiati.

Scagionata l’agricoltura biologica, le ipotesi in piedi rimangono tante, ma sembra quasi voler negare l’evidenza escludendo uno degli imputati maggiori: gli allevamenti intensivi, come già denunicato dal documentario Food Inc lo scorso anno quando l’Escherichia coli nessuno ancora sapeva nemmeno pronuciare. Cosa si aspetta per prendere in considerazione tale eventualità? Di sicuro è più semplice incriminare gli ortaggi, il biologico rispetto alla carne che genera un business più redditizio e lobbizzato. (Leggi anche batterio killer: e se l’eschiricia coli fosse causata dagli allevamenti intensivi?)

Francesca Mancuso

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