Anidride solforosa, cos’è l’additivo che si nasconde in carne e pesce

Anidride solforosa, carne e pesce ne contengono grandi quantità. Si tratta di uno degli additivi alimentari più usati per rendere appetibili questi alimenti ma anche uno di quelli meno dichiarati nelle etichette. Lo rivela il nuovo Piano nazionale additivi 2015-2018 redatto dal Ministero della salute e appena reso noto

Anidride solforosa, carne e pesce ne contengono grandi quantità. Si tratta di uno degli additivi alimentari più usati per rendere appetibili questi alimenti, ma anche uno di quelli meno dichiarati nelle etichette. Lo rivela il nuovo Piano nazionale additivi 2015-2018 redatto dal Ministero della salute e appena reso noto.

La relazione riguarda in generale il controllo ufficiale degli additivi alimentari nei nostri cibi. Sono stati analizzati complessivamente 12.416 tra prodotti ed additivi. Gli alimenti finiti nel mirino del Piano e maggiormente analizzati sono stati: le carni, le bevande, i prodotti ittici, i prodotti della confetteria e quelli ortofrutticoli.

Un pericolo chiamato anidride solforosa

Purtroppo, come rivela l’analisi del Ministero, su 3458 campioni di additivi in prodotti alimentari sono state riscontrate 51 non conformità che corrispondono all’1,5% dei campioni esaminati.

“Le non conformità sono riconducibili principalmente al superamento del limite legale d’impiego dell’additivo alimentare in prodotti a base di carne (nitrati) ed in prodotti ittici (solfiti), nonché all’uso illegale di additivi alimentari in carni fresche (solfiti, nitrati, coloranti) e prodotti ittici (solfiti, nitrati)” spiega il Ministero della salute.

Le 51 non conformità sono:

  • 23 casi di anidride solforosa su 18 campioni di prodotti ittici e 5 campioni di carni, pari al 45% delle non conformità totali;
  • 14 casi di nitrati su 12 campioni di carni, un campione di prodotti ittici e uno di bevande.

Entrando nel dettaglio, le non conformità appartengono alle seguenti categorie alimentari:

  • 49% di carni di cui: 27% preparazioni, 14% prodotti a base di carne non sottoposti a trattamento termico, 8% prodotti carnei sottoposti a trattamento termico;
  • 37% “Pesce e prodotti della pesca” di cui 29% molluschi e crostacei non trasformati, 4% pesce non trasformato, 4% pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei.
  • 4% “Bevande”di cui: 2% succhi di frutta e succhi di ortaggi, 2% bevande aromatizzate.
anidride solforosa

Anidride solforosa, cos’è e dove si trova

L’anidride solforosa rientra nella categoria dei solfiti che comprende a sua volta anche alcuni suoi sali inorganici. La differenza principale riguarda il fatto che l’anidrite solforosa si utilizza sotto forma di gas e allo stato liquido, gli altri solfiti sono invece in polvere. Viene spesso usata per mantenere invariato il colore di alcuni alimenti.

anidride solforosa alimenti

Tra quelli che la contengono troviamo in particolare: baccalà, gamberi, conserve, crostacei freschi o congelati, frutta secca, prodotti sott’aceto e sott’olio, marmellate e confetture, aceto, vini, bevande a base di succo di frutta, carne. Nell’etichetta dei prodotti confezionati viene indicata come E220

Effetti sulla salute

Nonostante l’elevata tossicà viene spesso impiegata come additivo, soprattutto nell’enologia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ne indica la Dose Giornaliera Ammissibile in 0,7 mg/kg di peso corporeo. La DL50 (Dose Letale 50%) è pari a 1,5 g/kg di peso corporeo. Se vengono rispettate le dosi che di solito utilizza l’industria alimentare, nei soggetti sani l’anidride solforosa non provoca particolari effetti. Ma all’eccesso di assunzione, dovuto anche al fatto che non sempre viene indicata in etichetta, sono attribuiti vari disturbi. Tra i sintomi più comuni troviamo emicrania ma anche attacchi di broncospasmo in chi soffre d’asma, ma anche mal di stomaco e vomito. In alcune persone si può sviluppare una particolare sensibilità..

Oltre all’effetto tossico, l’anidride solforosa ha infatti anche un’azione allergenica. Dal 25 novembre 2005, con l’entrata in vigore in Europa della Direttiva CE n.89/2003 (“direttiva allergeni”) è obbligatorio indicare la presenza di solfiti e anidride solforosa nel vino e negli altri alimenti quando la concentrazione supera i 10 mg/L o i 10 mg/kg, espressi come SO2.

Che fare?

Secondo il Piano, è necessario continuare a “monitorare l’uso corretto o non consentito di additivi negli alimenti, ponendo particolare attenzione ad additivi quali i solfiti, sanitariamente rilevanti”.

I solfiti in etichetta

Impariamo a riconoscere gli altri solfiti. Nell’etichetta di prodotti confezionati possono essere indicati con i codici che vanno da E220 a E228. Nello specifico si tratta di:

  • E220 – Anidride Solforosa
  • E221 – Solfito di Sodio
  • E222 – Bisolfito di Sodio
  • E223 – Metabisolfito di Sodio
  • E224 – Metabisolfito di Potassio
  • E225 – Solfito di Potassio
  • E226 – Solfito di Calcio
  • E227 – Bisolfito di Calcio
  • E228 – Solfito Acido di Potassio

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Francesca Mancuso

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