Non usare l’alluminio per incartare i panini. I reali rischi per il corpo (e il cervello)

Un nuovo effetto collaterale è stato scoperto dai ricercatori, che hanno collegato l’esposizione all’alluminio a un rischio per il cervello

L’alluminio può migrare nei cibi crudi, ma anche negli alimenti cotti al cartoccio, con o senza condimenti, e può diventare tossico per la nostra salute

Più volte è stata confermata la potenziale pericolosità dell’alluminio a contatto con i cibi. Non solo la pellicola di alluminio rilascia particelle all’interno degli alimenti crudi fortemente acidi, come il limone e i pomodori, ma un nuovo effetto collaterale è stato scoperto da alcuni ricercatori inglesi, che hanno collegato l’esposizione all’alluminio a un nuovo rischio per il cervello.

L’alluminio è un metallo che presenta tossicità. Per questo motivo, l’Efsa ha fissato dei limiti massimi di esposizione, correlati al peso corporeo: per esempio, una persona che pesa 60 chilogrammi non dovrebbe superare i 60 milligrammi di assunzione di particelle di alluminio alla settimana. Il problema è che esistono altre fonti di alluminio, tra cui l’acqua, pertanto è facile superare la dose massima tollerabile dal nostro organismo.

Lo studio pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Diseases ha voluto indagare su come l’esposizione all’alluminio possa influire sulla predisposizione genetica delle persone alle varie forme di demenza, esaminando la presenza di alluminio nel cervello di donatori con una storia familiare di Alzheimer.

Dall’analisi è emerso che le piccolissime tracce di alluminio che possono entrare nel nostro corpo, ad esempio quando beviamo da una lattina o se abbiamo incartato un panino con questo materiale, possono arrecare seri danni alla nostra funzione cognitiva a lungo termine.

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I ricercatori hanno infatti scoperto che l’alluminio era presente nelle stesse aree del cervello dove si trovano i grovigli di proteine ​​che compaiono nelle prime fasi dell’Alzheimer. Lo studio ha anche mostrato come l’alluminio stesso potrebbe svolgere un ruolo nella formazione di tali grovigli e delle placche che precedono l’insorgenza dell’Alzheimer. I ricercatori hanno infine anche evidenziato che una ragione di tale effetto dell’alluminio sulla demenza potrebbe essere che, con l’età, i nostri reni diventano meno capaci di filtrare questa sostanza dal corpo, il che potrebbe portare ad un accumulo nel cervello.

Limitare l’esposizione, dunque, è la scelta che dobbiamo fare: esistono alternative all’alluminio, tra l’altro anche fonte di inquinamento ambientale. I cibi possono essere conservati in frigorifero in contenitori di vetro o avvolti in un panno trattato con cera d’api.

Per la cottura degli alimenti in forno, invece, preferite pirofile di ceramica e, per il pranzo al sacco, panini e sanck, scegliete di trasportare tutto utilizzando la pellicola compostabile, oltre al tessuto impermeabilizzato grazie alla cera d’api, oppure semplicemente avvolti in un tovagliolo di stoffa e sistemati all’interno di contenitori in bambù.

Fonte: Journal of Alzheimer’s Disease

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