È quasi impossibile non ingerire additivi alimentari ma possiamo limitarli al minimo consumando pochi alimenti industriali e più cibi freschi
Tanti alimenti di uso comune, così come alcune bevande, contengono additivi alimentari di diverso genere: coloranti, conservanti, stabilizzanti, ecc., sostanze non sempre innocue per la salute, soprattutto se ingerite ogni giorno, combinate ad altre e per lunghi periodi. Per fare un po’ più di chiarezza su questo argomento così complesso abbiamo chiesto aiuto al “nostro” nutrizionista.
Degli additivi alimentari si parla sempre più spesso e in alcuni casi su queste sostanze, che vengono aggiunte a cibi industriali e bevande, avvengono delle revisioni e dei ripensamenti in merito al loro utilizzo. È il caso ad esempio del biossido di titanio, che non è più considerato sicuro dall’Efsa e per questo si è deciso di metterlo al bando a livello europeo. Leggi anche: Biossido di titanio (E171): vietato nell’Ue come additivo alimentare dal 2022 (ma rimarrà ancora nei medicinali)
Abbiamo chiesto al nutrizionista Flavio Pettirossi se gli additivi alimentari possono essere davvero pericolosi (e in che quantità) ma anche qualche consiglio per limitarli. Ecco cosa ci ha detto:
La possibile tossicità degli additivi alimentari, specie quelli di sintesi chimica, è uno degli argomenti più discussi e controversi in ambito medico e alimentare. A una delle domande che tutti si fanno, ovvero se queste sostanze possano o meno nuocere alla salute, non è facile dare una risposta poiché molti additivi sono semplicemente sostanze normalmente presenti in natura come la vitamina C o acido ascorbico che viene riportato dalla dicitura E300 oppure l’E440 che indica le pectine cioè fibre alimentari presenti nella frutta.
Esistono però dei regolamenti su queste sostanze.
In alcuni casi è stato necessario da parte dell’Unione Europea stabilire una “Dose Giornaliera Accettabile”, cioè la quantità che può essere assunta ogni giorno, tutta la vita, senza provocare alcun danno. Questo perché, nella maggior parte dei casi, la quantità è il fattore determinante. Un altro moltiplicatore di pericolosità di queste sostanze è rappresentato dall’effetto combinato e dall’interazione con alcuni alimenti. Un esempio lampante sono le nitrosammine, sostanze cancerogene formate dalla combinazione di nitrati e ammine già presenti negli alimenti. Proprio per questo è stata riservata una maggiore attenzione ai nitrati (E249, E250, E251, E252), in quanto possono subire delle trasformazioni chimiche tali da portare alla formazione di sostanze potenzialmente tossiche e cancerogene. Alcuni additivi, inoltre, possono essere responsabili della manifestazione di sintomi tipici delle intolleranze alimentari.
Come possiamo tutelarci?
Vista l’ampia diffusione di queste sostanze diciamo che non possiamo evitarli completamente perché risulterebbe impossibile ma possiamo limitarne l’assunzione dal momento che la maggior parte di questi vengono utilizzati nella produzione di dolci, biscotti, caramelle e così via. Quindi potremmo cercare di optare per un consumo occasionale oppure preparare direttamente i nostri cibi preferiti a casa (dolci, biscotti ecc..), in questo modo si andrà a ridurre al minimo la quantità di additivi. Più in generale cerchiamo di utilizzare il meno possibile cibi confezionati, perché nella maggior parte dei casi non si riesce realmente a capire cosa contengano. Serviamoci sempre di prodotti freschi, di stagione e preferibilmente di provenienza locale, ci vorrà un po’ di impegno in più, ma ne guadagnerà sicuramente la nostra salute.
Seguiamo allora questi buon consigli: acquistare alimenti freschi e di stagione, limitare al minimo i prodotti industriali e tornare a preparare il cibo in casa il più possibile. Considerate che, almeno secondo uno studio condotto recentemente in Francia, consumando cibi industriali rischiamo in media di ingerire 11,3 grammi di additivi per un totale di oltre 4 kg l’anno! Leggi anche: Additivi alimentari: una persona di circa 70 kg ne assume in media oltre 11 grammi al giorno
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