Il colorante curcumina E100 non è naturale come si potrebbe pensare. Si estrae infatti con solventi e spesso viene aggiunto alluminio
Come sappiamo, in tanti alimenti e bevande di uso comune troviamo nascosti diversi additivi alimentari, tra questi i coloranti che possono essere artificiali o naturali. Ci concentriamo oggi sulla curcumina (E100), un colorante giallo che associamo immediatamente alla curcuma, dunque considerato naturale e innocuo. Ma è davvero così?
La curcumina è elencato nella lista degli ingredienti anche con la sigla E100. Quando troviamo presente questo colorante, non solo nei cibi (pane, dolci, cereali per la colazione, ecc.) ma anche in alcuni medicinali, potremmo erroneamente pensare che si tratti di un estratto ricavato in maniera del tutto naturale dalla curcuma. In realtà, non è proprio così.
Si tratta infatti di un derivato industriale che sì viene estratto dalla radice della curcuma ma attraverso solventi chimici e in alcuni casi si aggiunge anche alluminio al colorante, prima di utilizzarlo negli alimenti. Alluminio di cui poi non si ritrovano tracce nella lista degli ingredienti.
Nulla a che vedere dunque con il prezioso principio attivo presente nella curcuma, delle cui incredibili proprietà abbiamo parlato più volte. Leggi anche: Curcuma: proprietà, usi, ricette e dosi per valorizzarne i benefici
Le lavorazioni e i processi a cui viene sottoposto il colorante lo rendono ben lontano dal prodotto naturale da cui deriva e di questo, come consumatori, dovremmo essere ben consapevoli.
La curcumina viene considerata comunque, dalle guide sugli additivi alimentari, come un colorante sicuro, a differenza di altri che vengono bollati con un rosso per la loro tossicità. La curcumina però si estrae con solventi tossici come ad esempio l’esano, l’etanolo o il diclorometano.
Non a caso, nel Regolamento UE N°231 del 2012 della Commissione europea che riguarda proprio gli additivi alimentari, si stabiliscono dei limiti di contaminazione della curcumina da parte dei solventi con cui è stata estratta. Nello specifico, non ci possono essere più di 50 milligrammi di solventi chimici nel prodotto finale ma nel caso del diclorometano il limite è ridotto a 10 mg di residuo.
Come si vede dalla tabella, inoltre, per questo additivo si stabilisce anche un massimo di possibile contaminazione da metalli pesanti come mercurio, cadmio, piombo e arsenico, il che ci fa capire che vi è la possibilità di trovare anche tracce di tali sostanze nel colorante finale. Queste derivano dai terreni in cui viene coltivata la curcuma.
Come dicevamo all’inizio e si legge anche nell’infografica:
È autorizzato l’uso dei pigmenti di alluminio di questo colorante.
L’alluminio si utilizza per ottimizzare il colore, rendendolo più brillante e acceso ma anche resistente a possibili variazioni di temperatura e umidità.
Insomma, anche se sembra di origine completamente naturale, il colorante curcumina E100 può nascondere diverse sostanze chimiche al suo interno ed è sempre ricavato da una lavorazione chimica. Meglio quindi evitare il più possibile alimenti e bevande che contengono questo ma anche molti altri additivi alimentari.
Ricordiamoci che sarebbe bene orientare il più possibile la nostra alimentazione su alimenti freschi, integrali e biologici. E se proprio dobbiamo comprare cibi industriali, cerchiamo di scegliere quantomeno quelli con la lista di ingredienti più corta.
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Fonti: Regolamento UE N°231 del 2012
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