“Non mangiate più uova”: sono contaminate da Pfas nei pollai domestici dell’Alta Francia

Recenti analisi hanno rivelato alti livelli di PFAS nelle uova dei pollai domestici del Sud Oise (nell'Alta Francia) e le autorità sanitarie avvertono di non consumarle

Le uova che provengono da piccoli pollai domestici dove le galline possono razzolare in libertà e vengono alimentate al meglio, sono indubbiamente un’ottima opzione alimentare. La situazione però si è complicata in alcune aree del Sud Oise, nell’Alta Francia, dove c’è allerta ed è vietato consumare uova da allevamenti casalinghi.

Infatti, nei pollai domestici di Verneuil-en-Halatte e Villers-Saint-Paul sono stati trovati elevati livelli di PFAS, sostanze chimiche note per essere “inquinanti eterni”. Alcune analisi, effettuate nell’ambito del monitoraggio dell’industria chimica Chemours, hanno rivelato che molte uova provenienti da questi pollai superano abbondantemente le soglie di sicurezza stabilite (i livelli erano fino a 20 volte superiori a quelli consentiti).

L’Agenzia Regionale della Salute (ARS) ha emesso quindi una raccomandazione urgente:

Non consumate le uova provenienti dai pollai domestici di queste zone.

I risultati delle ultime analisi dimostrano che le preoccupazioni espresse dalla ONG Générations Futures, che già nel giugno 2023 aveva lanciato l’allerta riguardo alla presenza di PFAS nella zona, erano più che fondate. In quell’occasione, era stata evidenziata una contaminazione significativa nel fiume Oise e nei terreni circostanti.

Ma circa un mese fa, l’ONG aveva analizzato proprio le uova riscontrando risultati simili, in un comunicato infatti scrive:

Questi risultati confermano quelli pubblicati da Générations Futures un mese fa, da cui risultava che, su 5 campioni di uova prelevati dall’associazione, 4 superavano gli standard per PFOS e PFOA, 3 superavano gli standard per PFNA e 4 superavano gli standard per il “totale 4 PFAS.

François Veillerette, portavoce dell’associazione, sottolinea che l’esposizione prolungata a questi inquinanti può causare gravi problemi di salute, tra cui danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro:

La presenza di PFAS nelle uova rappresenta un serio rischio per la salute pubblica e richiede un’azione immediata.

I risultati sui campioni di uova della zona

Innanzitutto, specifichiamo che le uova provenivano da 6 pollai domestici nel raggio di 1,5 km dalla piattaforma chimica di Chemours situata a Villers-Saint-Paul e nota per la produzione di PFAS.

Cosa è emerso? Ben il 66% dei campioni superava gli standard di sicurezza, nello specifico i risultati indicano che:

  • Quattro su sei dei pollai studiati superavano i limiti di sicurezza per la somma totale di quattro tipi di PFAS (PFOA, PFNA, PFHxS, PFOS)
  • Gli stessi 4 pollai superavano specificamente gli standard per PFOS
  • Uno superava gli standard individuali per PFOA, PFNA, e PFHxS

In risposta a questa emergenza, l’ARS ha deciso di avviare nuovi studi su scala regionale per comprendere meglio l’origine dell’inquinamento e valutare l’estensione del problema:

La situazione è preoccupante e richiede una valutazione approfondita –  ha dichiarato un portavoce dell’agenzia.

Nel frattempo, la raccomandazione di non consumare le uova dei pollai contaminati resta in vigore.

Générations Futures chiede invece di interrompere ulteriori emissioni di PFAS dalla piattaforma chimica, per prevenire ulteriori rischi per la salute pubblica.

Questa situazione mette in luce la grave pericolosità degli impianti che producono PFAS e l’impatto devastante che possono avere sull’ambiente e sulla salute pubblica. La contaminazione delle uova dei pollai domestici francesi dimostra come questi inquinanti possano infiltrarsi silenziosamente nei sistemi alimentari, spesso senza che la popolazione ne sia consapevole fino a quando non vengono effettuati dei controlli.

Quanto sta accadendo in Francia ci ricorda quindi l’urgenza di un controllo rigoroso e di normative più stringenti per prevenire l’inquinamento da PFAS.

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Fonti: Generations Futures / Le Parisien

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