“Non c’è inganno”: la UE difende il diritto di chiamare hamburger e bistecche anche gli alimenti vegetali

Le autorità nazionali non possono adottare misure per vietare l’uso di termini legati alla carne per i prodotti a base vegetale: così, con la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, sembra chiudersi il capitolo degli emendamenti che miravano a limitare l’uso di parole come burger solo ai prodotti a base di carne

Gli Stati membri non hanno il diritto di vietare l’uso di termini generici tradizionalmente associati ai prodotti a base di carne, come hamburger o salsiccia, per designare le proteine vegetali: arriva netta la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (in riferimento alla causa C-438/23) che conferma che i burger e le salsicce non devono solo contenere carne, ma possono anche essere “veggie” o “vegan”.

La Corte di giustizia europea ha dunque di fatto affermato che l’utilizzo di termini a base di carne per descrivere alternative alla carne a base vegetale non inganna i consumatori e anzi ha definito illegale il decreto francese del 2021 che vietava l’uso di termini a base di carne che non erano stati definiti dalla legge.

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In altre parole, la Francia non può vietare una “bistecca vegetariana” perché non ha definito legalmente cosa sia una bistecca – o, se è per questo, cosa siano la carne di maiale, i filetti o le salsicce, legalmente parlando.

Laddove non sia stato adottato un nome legale, uno Stato membro non può vietare l’uso di termini tradizionalmente associati a prodotti di origine animale per designare un prodotto contenente proteine vegetali, ha affermato la Corte.

Questo caso giudiziario è, in ultima analisi, il risultato di una campagna portata avanti dall’industria della carne in vari Paesi europei per minare gli sforzi di produttori lungimiranti che si sono impegnati a sviluppare e commercializzare alternative vegetali alle proteine animali. Simili prodotti sono molto richiesti dai consumatori che apprezzano i piatti pronti di uso comune, ma che hanno scelto di evitare o ridurre il consumo di carne per motivi ambientali e/o di salute. Riguardo ad alimenti come gli hamburger vegetali, l’industria della carne ha incessantemente fatto pressione per fermare l’uso di termini legati alla carne in riferimento ai prodotti a base vegetale, sostenendo spesso, in modo infondato, che i consumatori siano ‘confusi’ da questi prodotti, lascia detto Joanna Swabe, Direttrice delle Relazioni Istituzionali di Humane Society International/Europe.

I sostituti vegetali dei prodotti lattiero-caseari

Un altro emendamento che è stato in discussione è stato invece approvato e vieta qualsiasi riferimento all’industria lattiero-casearia per i sostituti vegetali, come ad esempio “cremoso” o “sostituto vegetale del latte”.

Questa non è la prima volta che l’Unione europea impone un limite alla denominazione di prodotti vegetali. Già nel 2017 aveva proibito l’uso di termini come “yogurt”, “formaggio”, “burro” e “latte” per riferirsi a prodotti a base vegetale. Divieto che non ha impedito che queste espressioni vengano impiegate quotidianamente nel linguaggio comune, ma con questo nuovo divieto i prodotti che sostituiscono i latticini subiranno una nuova stretta.

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