Muore dopo aver mangiato il fungo più velenoso al mondo, cosa c’è da sapere per evitare intossicazioni e i sintomi da non sottovalutare

Una donna muore dopo aver ingerito il fungo più velenoso al mondo, l’Amanita falloide, scambiato per una specie commestibile. Ecco tutto quello che è importante sapere per evitare intossicazioni da funghi, dai consigli su come riconoscerli ai sintomi da non ignorare.

Tragica fatalità a Follina, in provincia di Treviso, dove un’anziana donna è morta dopo aver consumato dei funghi velenosi. Ermelinda Aiello, 83 anni, ha scambiato l’Amanita falloide, uno dei funghi più tossici, per un comune chiodino, cucinandolo in un risotto che si è rivelato fatale. La donna è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale il 19 ottobre scorso, già in condizioni gravissime per un’intossicazione acuta. Nonostante i tentativi dei medici di salvarla, l’83enne è deceduta dopo dieci giorni di agonia. Intossicato anche il figlio.

Ma cosa c’è da sapere e da fare quando ci si imbatte in qualche fungo che sembra appetibile?

Non giocare a fare gli esperti

Non improvvisiamoci mai come esperti raccoglitori di funghi. Cadere in errore è molto semplice, perché spesso i funghi velenosi sono davvero molto simili alle varietà commestibili e causare confusione. Se vogliamo andar per funghi, ma non li conosciamo abbastanza, chiediamo di accompagnarci nella passeggiata tra i boschi ad una persona che abbia una lunga esperienza nella loro raccolta e nel loro riconoscimento.

Rivolgersi all’ASL

Di solito presso le Asl sono infatti presenti servizi per il riconoscimento dei funghi velenosi e commestibili. Le Aziende Sanitarie Locali mettono a disposizione il servizio di riconoscimento dei funghi freschi indicativamente da agosto a novembre, con la presenza di un ispettore micologico.

Riconoscere i sintomi

In caso di intossicazione da funghi grave si può parlare di un vero e proprio avvelenamento. È dunque bene conoscerne i sintomi in modo da poter agire di conseguenza.

Nei casi più gravi l’avvelenamento da funghi può:

  • compromettere il funzionamento del fegato
  • portare a vomito
  • provocare diarrea

Spesso, poi, i problemi gastrointestinali vengono scambiati erroneamente per influenza. I sintomi di intossicazione possono comparire dai 30 minuti alle 12 ore dopo l’ingestione di funghi velenosi. I casi meno gravi vengono curati con la semplice somministrazione di farmaci per alcuni giorni. In altri casi, è necessario il ricovero in ospedale. Nelle circostanze peggiori, il fegato può subire danni tanto gravi da rendere urgente un trapianto dell’organo.

Raccogliere o acquistare e conservare i funghi

Non mancano purtroppo i casi di intossicazione legati al consumo di funghi non commestibili finiti sul mercato per errore. Al momento di acquistare i funghi, controllate la presenza del cartellino micologico. Dovrete conoscere la provenienza dei funghi, la loro tipologia e, se possibile, anche la data di raccolta, prima di acquistarli.

Trasportate i funghi raccolti o acquistati preferibilmente in sacchetti di carta, evitando le buste di plastica, per non favorire la formazione di muffe, umidità e marciumi. Per la conservazione dei funghi, potrete optare, ad esempio, per l’essiccazione, la preparazione di sottoli o il congelamento dopo la cottura. In ogni caso, prima di decidere di mangiare o conservare i funghi, se avete qualsiasi dubbio sulla loro tipologia e provenienza, consultate il parere di un esperto. Presso le ASL gli esperti vi indicheranno i migliori metodi per il consumo e la conservazione dei funghi a seconda della tipologia.

Evitate di comprare funghi dagli itineranti

Un’altra pratica estremamente rischiosa, e vietata dalla legge, è la vendita itinerante di funghi, che non va confusa con la vendita effettuata da ambulanti autorizzati nei mercati o nelle fiere. In questi casi, un errore di identificazione da parte del raccoglitore o del venditore può avere conseguenze gravissime. Per legge, i funghi destinati alla vendita devono essere controllati da un micologo dell’Asl. Nei mercati, ad esempio, devono essere esposti interi, su un unico livello e con la certificazione di idoneità rilasciata dal micologo che ne garantisce la sicurezza. È consigliabile, inoltre, non affidarsi a funghi acquistati online o ai consigli trovati su app per il riconoscimento, poiché non garantiscono alcuna verifica scientifica

No alle app di riconoscimento

Affidarsi a un’app per riconoscere i funghi può sembrare comodo, ma è estremamente rischioso. Queste applicazioni, sebbene diffondano informazioni generali, non garantiscono la sicurezza e l’accuratezza necessarie per distinguere le specie commestibili da quelle velenose. Anche piccole differenze visive possono portare a errori fatali, motivo per cui è fondamentale rivolgersi a un micologo qualificato per la verifica. Ricordiamo che solo un esperto può certificare con certezza la sicurezza di un fungo per il consumo umano.

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