È vero che la muffa può provocare l’Alzheimer?

In Australia una donna ha sviluppato una forma di Alzheimer giovanile a causa di un'esposizione prolungata alla muffa presente in casa. Che rischi si corrono inalandola? Ci sono soggetti più esposti a conseguenze gravi sull'organismo? Cerchiamo di fare chiarezza

Sta rimbalzando su tutti i giornali la vicenda, apparentemente assurda, di Amie Skilton, donna australiana che ha sviluppato una forma di demenza a seguito di un’esposizione prolungata alla muffa presente nella sua abitazione. La storia risale al 2016, quando la malcapitata aveva 37 anni.

Come raccontato a quotidiani australiani, dopo qualche tempo dal trasferimento insieme al marito in un nuovo appartamento  di Sydney. è “Il primo sintomo che ho notato sono state allergie” ha chiarito. Dopo sono iniziati i problemi più seri. Amie Skilton, che lavora come nutrizionista e naturopata, ha iniziato ad avere serie difficoltà a concentrarsi.

“Sono anche una nutrizionista e ho letteralmente avuto lo stesso peso per tutta la vita. Ho messo su 10 chili in pochi mesi e avvertivo una brutta stanchezza” ha spiegato.

Col passare dei mesi, ha iniziato a convivere con delle vere e proprie amnesie.

“Un giorno sono andata a compilare un modulo e lo fissavo senza riuscire a scrivere il mio nome perché non lo ricordavo” ha raccontato la donna.

Un incubo improvviso, senza un apparente motivo. Dopo una serie di accertamenti, Amie Skilton è stata indirizzata da un neurologo ed è arrivata la spaventosa diagnosi: Alzheimer giovanile di tipo 3. Soltanto grazie ad un post sui social in cui una sua amica raccontava che il marito aveva avuto ripercussioni pesanti sulla salute a causa della muffa scoperta in casa, la donna ha iniziato ad avere dei sospetti.

Così ha deciso di chiamare un tecnico per accertare l’eventuale presenza di muffe in casa, scoprendo un’importante perdita d’acqua nel bagno, rimasta nascosta per troppo tempo sotto il rivestimento del pavimento.

 “Il tappeto sembrava assolutamente a posto sopra, ma quando lo ha sollevato c’era tutta questa muffa nera. Quando finalmente abbiamo tolto la moquette, sotto era verde” ha raccontato Amie Skilton, spiegando che la muffa si era poi diffusa anche in altri ambienti della casa.

Fortunatamente, a distanza di 5 anni dall’accaduto la sua funzione cerebrale è tornata alla normalità e i sintomi inquietanti con cui conviveva sono spariti.

Il legame tra demenza ed esposizione alla muffa

Ma qual è il legame tra Alzheimer ed esposizione alla muffa? Casi come quello della donna australiana sono così frequenti? Può succedere, ma non tutti i soggetti sono esposti allo stesso modo.

Amie Skiltonk, infatti, fa parte del 25% della popolazione che presenta una vulnerabilità genetica alle tossine della muffa. Ciò significa che questi microrganismi provocano una risposta immunitaria molto pesante, fino a portare danni al cervello e ad altri organi e sviluppare patologie come l’Alzheimer.

Tutte le muffe producono spore e tossine e per alcune persone le tossine della muffa si accumulano nel corpo, non vengono eliminate facilmente e il sistema nervoso viene colpito. – chiarisce il dottor Mark Donahoo ai microfoni dell’emittente australiana 7News – Il problema interessa una piccola percentuale della popolazione, ma la muffa non fa bene a nessuno.

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Fonte: 7News.au

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