Meno spermatozoi a livello globale per colpa di queste 2 classi di pesticidi, la conferma in un nuovo studio

Analizzando dati provenienti da 25 studi condotti negli ultimi decenni, è stato confermato il legame tra l'uso di insetticidi, in particolare organofosfati e N-metil carbammati, e la diminuzione della fertilità maschile. I ricercatori sottolineano l'urgenza di azioni normative per limitare l'esposizione a tali sostanze chimiche, che rappresentano una seria minaccia per la salute pubblica

Un nuovo studio, condotto dalla dottoressa Melissa J. Perry del George Mason University College of Public Health, e Lauren Ellis, dottoranda presso la Northeastern University, ha rivelato una forte associazione tra l’esposizione ai pesticidi e una minore concentrazione di spermatozoi negli uomini adulti a livello globale.

La nuova revisione sistematica di cui vi parliamo, ha analizzato attentamente 25 studi condotti nel corso di quasi 50 anni (fino all’11 agosto 2022), confermando e ampliando i risultati di ricerche precedenti che avevano già indicato un legame tra l’uso di insetticidi e problemi di fertilità maschile.

Lo studio si è avvalso di una metodologia rigorosa che si è basata sui dati di tre importanti database scientifici (PubMed, Scopus, e Web of Science), due database governativi statunitensi (NIOSHTIC-2 e Science.gov), e cinque siti web di organizzazioni non governative.

Alla luce di quanto analizzato, emerge che gli insetticidi, comunemente presenti nell’ambiente e nei prodotti alimentari, rappresentano una seria preoccupazione per la salute pubblica, soprattutto considerando i documentati rischi riproduttivi associati a tali sostanze chimiche.

Lauren Ellis ha sottolineato l’importanza di comprendere gli impatti dei pesticidi sulla salute riproduttiva umana, evidenziando che “gli uomini sono esposti principalmente attraverso il consumo di cibo e acqua contaminati“. Questo ci pone ovviamente di fronte alla scottante questione della sicurezza alimentare.

La dottoressa Perry, autrice senior dello studio, ha dichiarato che questa revisione è la più completa finora condotta sulla fertilità maschile e sulla salute riproduttiva. La vasta analisi delle prove ha portato i ricercatori a sostenere la necessità di azioni normative per ridurre l’esposizione agli insetticidi.

tabella studio pesticidi spermatozoi

@ehp

Il team ha esaminato specificamente due classi di insetticidi, organofosfati e N -metil carbammati, entrambe ampiamente utilizzate per controllare una varietà di insetti e parassiti che possono danneggiare le coltivazioni agricole.

Queste due classi di insetticidi inibiscono l’attività della colinesterasi, un enzima fondamentale per la degradazione del neurotrasmettitore acetilcolina. La loro efficacia  contro gli insetti è nota ma ciò che desta crescente preoccupazione è il potenziale impatto negativo sull’ambiente ma anche sulla salute umana. Questi composti possono infatti scatenare intossicazioni con sintomi che coinvolgono l’apparato respiratorio e gastrointestinale a cui ora si aggiunge anche l’effetto negativo sulla fertilità maschile.

I risultati di questa ricerca sono particolarmente preoccupanti alla luce delle tendenze al ribasso nella qualità dello sperma osservate già in altri studi, sottolineando l’urgenza di affrontare il problema. Leggi anche: Come pesticidi, microplastiche e ftalati avvelenano gli spermatozoi e mettono a rischio la fertilità

La discussione su come limitare l’esposizione a queste sostanze chimiche diventa cruciale per preservare la fertilità maschile e garantire un futuro più sano (o forse addirittura semplicemente un futuro) alle generazioni a venire.

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Fonte: George Mason University

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