Meglio l’insalata in busta o quella sfusa? Il nuovo test che ha trovato troppi batteri (e in una marca anche listeria)

Un recente test condotto in Svizzera su 20 insalate pronte in busta ha scoperto che la metà dei campioni analizzati presentava un numero eccessivo di batteri, anche se questo non rappresentava un pericolo immediato per la salute. Solo un'insalata conteneva listeria, il che può essere invece preoccupante per alcune categorie di persone

Le insalate pronte in busta sono indubbiamente pratiche e comode da utilizzare ma più di una volta ci si è interrogati non solo sul loro peso ambientale ma anche sulla sicurezza per i consumatori.

Un recente test realizzato in Svizzera ha rivelato alcune informazioni interessanti sulla qualità igienica delle insalate confezionate. È importante notare che questi risultati sono specifici per il mercato svizzero e potrebbero non essere direttamente applicabili all’Italia o ad altri Paesi.

Il test è stato condotto da “Kassensturz”, un noto programma televisivo svizzero, su un campione di insalate miste e cespi in sacchetti. In totale, sono stati analizzati 20 campioni di insalata, con particolare attenzione alla presenza di germi come lieviti, muffe, batteri coliformi (E. Coli), listeria e la conta totale dei germi (il tutto è stato verificato alla data di scadenza).

I risultati sulle 20 insalate in busta

I risultati sono stati sorprendenti: metà delle insalate non soddisfavano gli standard di igiene. In particolare nel 50% dei campioni sono stati trovati un numero totale di batteri superiore al valore guida stabilito dalla Società tedesca di igiene e microbiologia.

Ma gli esperti spiegano che, sebbene questa scoperta sia sgradevole, non rappresenta necessariamente un pericolo per la salute. Secondo il direttore del laboratorio Manuel Dill, queste insalate possono essere poco appetitose ma non pericolose se consumate.

I germi possono entrare nelle verdure attraverso varie vie, come il suolo o la presenza di animali. Inoltre, l’igiene durante la raccolta, la preparazione, il lavaggio e il confezionamento delle insalate può influire sulla presenza di germi.

Tuttavia, il test ha rivelato che non c’erano livelli eccessivi di lieviti, muffe o batteri coliformi nelle insalate analizzate, il che ovviamente è positivo.

Solo un‘insalata biologica (Naturaplan) è stata attenzionata in quanto vi era presenza di listeria. La listeria è un batterio che può rappresentare un pericolo, specialmente per gli anziani, le persone con un sistema immunitario indebolito e le donne incinte, dato che può causare intossicazioni del sangue o aborti.

Il precedente: un test italiano

Il test sulle insalate pronte in Svizzera ha fornito informazioni interessanti sulla qualità igienica di questi prodotti. Tuttavia, è importante tenere presente che i risultati potrebbero variare da paese a paese e addirittura da campione a campione.

Forse ricorderete un piccolo test italiano, realizzato dal Salvagente, che era arrivato a conclusioni contrarie. Infatti, in quanto al rischio microbiologico, i risultati avevano mostrato che l’insalata in busta era migliore ed era meno contaminata rispetto a quella sfusa. Leggi anche: Insalata in busta, cosa c’è dentro? I risultati del nuovo test ci sorprendono

Quindi, con le giuste precauzioni, è possibile utilizzare le insalate pronte (anche se noi comunque ve lo sconsigliamo). Altri suggerimenti utili li trovate nel seguente articolo: Insalata in busta, tutto quello che dovresti sapere se la compri (e perché meglio evitare)

Perché dovremmo scegliere l’insalata sfusa

È importante notare che, oltre alle considerazioni igieniche, le insalate in busta presentano un grande svantaggio: l’impatto ambientale significativo a causa dell’imballaggio in plastica in cui sono spesso confezionate.

Non è mai inutile ricordare che la produzione e lo smaltimento di plastica contribuiscono all’inquinamento ambientale. Noi continuiamo quindi a preferire sempre l’insalata sfusa.

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Fonte: Kassensturz 

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