Anche il vino, in alcuni casi, prevede l'aggiunta di sostanze di origine animale, sia in vigna che in cantina durante la produzione, dall'albumina alla caseina, dalla colla di pesce alle gelatine ottenute dalla pelle di maiale, passando per i prodotti a base di chitina. Vegetariani e vegani vorrebbero vederle bandite dal settore vitivinicolo, al fine di garantire vini vegetali al 100%.
Anche il vino, in alcuni casi, prevede l’aggiunta di sostanze di origine animale, sia in vigna che in cantina durante la produzione, dall’albumina alla caseina, dalla colla di pesce alle gelatine ottenute dalla pelle di maiale, passando per i prodotti a base di chitina. Vegetariani e vegani vorrebbero vederle bandite dal settore vitivinicolo, al fine di garantire vini vegetali al 100%.
Eppure il nettare di bacco realizzato escludendo totalmente la sofferenza degli animali esiste. Come riconoscerlo? Fino a oggi è stato difficile, soprattutto perché gli additivi non devono essere dichiarati in etichetta. Ma da oggi, ottima notizia per chi vuol rimanere fedele alla scelta veg anche nel bere, esiste un disciplinare specifico anche per i vini veg: lo fornisce Qualità Vegetariana, il primo marchio nazionale per la certificazione dei prodotti vegetariani e vegani certificato in esclusiva da VALORITALIA per AVI, Associazione Vegetariana Italiana.
COME FUNZIONA. Il marchio nazionale verrà concesso in uso a fronte della certificazione di conformità alle regole definite da AVI, che sono delineate all’interno del disciplinare specifico. Esiste un disciplinare specifico per i prodotti agroalimentari, uno per i vini e uno per i ristoranti che servono piatti vegetariani. Mentre nei primi due casi parliamo di una certificazione del prodotto, nel caso dei ristoranti il marchio fa riferimento ad una certificazione di servizio, oltre che alle ricette proposte ai clienti vegetariani.
Per essere all’altezza delle normative europee e delle garanzie richieste da aziende e consumatori, AVI ha scelto di affidare in esclusiva le attività di certificazione dei vini a VALORITALIA. Così, le aziende vitivinicole che volessero uno strumento di garanzia in grado di differenziare chiaramente i prodotti ricercati dai consumatori vegetariani, potranno richiedere la certificazione del marchio.
“In questi ultimi anni i vegetariani sono diventati il 10% della popolazione d’Italia, in percentuale prima c’è solo India – aveva spiegato Carmen Nicchi Somaschi, presidente dell’Associazione Vegetariana Italiana – il nostro mercato è una realtà in crescita, e ci siamo resi conto che va tutelato, anche per il vino, e da qui la scelta di lavorare per certificare che un prodotto è vegetariano“. Si tratta, quindi, di una certificazione volontaria ottenuta con la verifica di un organismo terzo competente e affidabile, e non con una semplice autocertificazione. Un ottimo passo in avanti per bere cruelty free.
Roberta Ragni
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