Mangiare biologico, quali sono i vantaggi? Perché spendere di più per acquistare prodotti bio? Poche settimane fa una ricerca ha evidenziato come i prodotti biologici non siano così differenti da quelli tradizionali dal punto di vista nutrizionale, dando così spunto ai media di promuovere a metà il cibo organico , insinuando non pochi dubbi sui consumatori
Mangiare biologico, quali sono i vantaggi? Perché spendere di più per acquistare prodotti bio? Poche settimane fa una ricerca ha evidenziato come i prodotti biologici non siano così differenti da quelli tradizionali dal punto di vista nutrizionale, dando così spunto ai media di promuovere a metà il cibo organico , insinuando non pochi dubbi sui consumatori.
Ma i consumatori che scelgono bio lo fanno davvero per le maggiori proprietà organolettiche dei prodotti? Chi compra organico quali vantaggi si aspetta?
Ne abbiamo parlato in occasione del SANA 2012 con alcuni dei principali stakeholders del settore. E gli argomenti sono decisamente convincenti.
“Secondo me il fatto che il prodotto biologico sia più o meno nutriente è un falso problema – afferma deciso Fabrizio Piva, a capo di una dei principali organismi di certificazione “Da Amministratore Delegato del CCPB posso affermare che il biologico non è più nutriente. Ma questo non toglie niente al Bio perché il biologico ha dei valori che vanno al di là di quelli organolettici: non è stato pensato, costruito, gestito per essere più nutriente del prodotto convenzionale. Ma per essere più salubre; per il fatto che attraverso la sua produzione si difendono le risorse ambientali; per il fatto che è possibile mantenere nel tempo i cicli produttivi, la biodiversità. Non è un discorso di maggiore o minore potere nutritivo. Secondo me i soldi di questa ricerca li hanno buttati: si sapeva già da prima che il prodotto biologico è lo stesso del prodotto convenzionale. Un pomodoro è sempre un pomodoro. Che derivi da biologico, da sementi tradizionali o, addirittura da OGM , il potere nutrizionale non cambia”.
Esattamente dello stesso avviso anche Paolo Pari Direttore Marketing di Almaverde Bio: “L‘agricoltura biologica è un sistema di produzione che offre determinate garanzie, non ha mai detto che il prodotto ha più potere nutritivo dal punto di vista organolettico. L’agricoltura biologica dice che, applicando tecniche che sono più rispettose dell’ambiente si ottengono dei cibi di qualità..paragonabili quanto meno a quelli convenzionali. Dal mio punto di vista, io lo ribalterei il discorso, direi che non sono meno nutrienti dei prodotti tradizionali che vengono anche fatti con tanti artifici. Percui secondo me questa è anche una ricerca a favore del biologico: un prodotto che viene fatto con tecniche naturali riesce a mantenere le stesse proprietà nutritive, anche perché non è che il biologico può modificare la genetica di piante o animali“.
Queste ricerche fanno perdere di vista quella che è la vera mission dell’agricoltura biologica che è pienamente rispettata: non ci sono tracce di pesticidi, di OGM e non c’è la possibilità di creare microrganismi resistenti agli antibiotici. Quindi tutto quello che l’agricoltura biologica promette viene mantenuto. Senza considerare l’impatto ambientale: lo sappiamo quanti disserbanti ci sono nelle acque potabili. Io penso che il biologico non tema proprio questo tipo di notizie e i titoloni da prima pagina utilizzati sui giornali“.
Sul prevalente vantaggio ambientale si concentra anche Alessandro Pulga, perché secondo il Direttore Tecnico di ICEA “si sceglie di consumare biologico essenzialmente per preservare l’ambiente, le biodiversità alimentare e dare un futuro migliore ai propri figli. Quindi, anche se non ci fosse il vantaggio immediato di deglutire prodotti più nutrienti, ve n’è un altro ancora più importante: quello di non contribuire alla distruzione del mondo in cui viviamo attraverso l’immissione nella catena alimentare di pesticidi“.
Per Rossella Bartolozzi, Responsabile Amministrativo di Probios non bisogna dimenticare gli aspetti legati alla salute e all’etica insiti nei prodotti biologici, in particolar modo nei cosiddetti “prodotti secchi”, come pasta, riso, marmellate, biscotti, creme, sott’oli ecc… che “sono innanzitutto coltivati con un certo criterio e non contengono parassitari, diserbanti. Non hanno conservanti. Non hanno glutammato. Non ci sono correttori di sapidità o sostanze che fanno sì che, ad esempio, quel sugo che io compro da un’azienda convenzionale – senza fare nomi – se lo assaggio tra due anni, il sapore è identico. Se prendiamo un sugo nostro, alle melanzane, ad esempio, e lei lo riassaggia con uno stock di produzione diversa non lo potrà trovare uguale. Ci sarà una differenza, perché comunque è un prodotto naturale. Io credo che il consumatore debba fare una scelta un po’ di testa. Magari non è sempre necessario scegliere bio. Però, prendere un uovo di una gallina che ha vissuto per tutta la sua esistenza in uno spazio grande come un foglio A4 penso che sia una crudeltà. Io non lo faccio, ma comunque mangiare una bistecca di un animale che ha sofferto tutta la sua vita a livello sia fisico che energetico e non ha mai visto la luce del sole..è cibo?”
Insomma, come riassume bene Patrizia Bertoni, Responsabile Marketing di Baule Volante, citando un po’ la filosofia impressa anche nei “ricettari volanti”distribuiti dalla sua azienda: “Comprare biologico non vuol solo dire scegliere per sé e per i propri cari un cibo sano, buono e onesto, ottenuto senza sostanze chimiche di sintesi, senza OGM, radiazioni e inutili additivi. Significa anche sostenere un’agricoltura fonte di vita, lottare contro il saccheggio dell’ambiente, rispettare gli animali, salvaguardare la biodiversità del pianeta, proteggere la salute di tutti (la propria, quella degli agricoltori e anche quella di chi ancora non mangia biologico). È una scelta responsabile che cambia il mondo“.
Il tutto con le stesse proprietà nutritive degli alimenti tradizionali. Biologico promosso a pieni voti non credete?
Simona Falasca
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